lunedì 27 luglio 2015

L’EURO CROLLA EPPURE L’ECONOMIA NON RIPARTE…



2 aprile 2015

Ricordate chi diceva che l’Euro è troppo forte, che tornando alla Lira si potrebbe svalutare il cambio del 30% e far ripartire il PIL? Ne cito uno per tutti: “Noi oggi a Bruxelles spiegheremo che la disoccupazione è figlia inevitabile di una moneta troppo forte” (Borghi, 3 Dicembre 2013, Il Giornale).

Bene, da Marzo 2014 a Marzo 2015 L’EURO E’ CROLLATO del 25-28%. E il PIL? NEL 2014 E’ SCESO DEL -0,4%, terzo anno consecutivo di contrazione, portandosi sotto ai livelli del 2007. Dunque?

Dunque il problema principale non è l’Euro in sé né il suo livello relativo alle altre valute, il problema è il DEBITO, che con l’Euro c’entra solo di riflesso, tant’è che il rapporto Debito/PIL già nel 1992, in piena Lira, era oltre il 130%, che è il livello di oggi.

Due numeri per convincersene. Il livello del cambio della valuta domestica (Euro o Lira che sia) verso valute estere impatta principalmente sulla differenza tra esportazioni e importazioni, ovvero sul saldo della bilancia commerciale. Nel 2014 questa differenza è stata di 51 miliardi, cioè appena il 3,2% del PIL. Questa dunque è la parte di PIL che risentirebbe dell’effetto netto di una politica valutaria. Anche qui la globalizzazione ha modificato profondamente vecchie regole di economia...

Quello che impatta maggiormente sul PIL è altro, e specificamente la DOMANDA INTERNA, cioè i consumi che nel 2014 hanno pesato per ben il 61% del PIL ed in parte la SPESA PUBBLICA che pesa per il 19% del PIL.

La domanda interna è stata il vero oggetto di attacco da parte della Troika tramite le politiche di austerità, mentre la spesa pubblica è oggetto di continui tagli. Consumi e spesa pubblica potrebbero essere stimolati solo attraverso politiche espansive da parte del Governo, come ad esempio una diminuzione dell’IVA, incentivi alle famiglie o audaci programmi di ristrutturazione del Paese.

Il problema è che anche nel 2014 siamo stati costretti a produrre l'ennesimo "avanzo primario" di bilancio del 2,3% del PIL, cioè abbiamo pagato più imposte e tasse al Governo di quanto il Governo ha investito nell’economia. E questo perché occorreva pagare circa 90 miliardi di interessi passivi sul DEBITO PUBBLICO, un debito fittizio ma devastante per l'economia.

Potremmo indebitarci di più? Certo, i banchieri non aspettano altro, basta guardare le aste mensili di BOT e BTP….vanno a ruba, altro che crisi dell’Euro. Ma questo sarebbe un suicidio.

Siamo dunque in un angolo: non ci sono risorse per stimolare la crescita
del PIL e non si può raccogliere moneta senza creare altro debito che a sua volta sottrarrebbe ulteriore liquidità a causa degli interessi passivi.

L’unica strada percorribile nel breve è CREARE UNA MONETA SENZA DEBITO, gestita da imprese e famiglie e quindi sovrana, che pian piano ci emancipi dalla necessità di raccogliere Euro a debito e faccia girare gli scambi tra le aziende consentendo anche il pagamento di salari e stipendi ed il tutto faccia riprendere i consumi e quindi il PIL.

Ricordiamolo: “uscire dall’Euro” e “fare deficit” non sono obiettivi primari. La vera soluzione è USCIRE DAL DEBITO.

Di Alberto Micalizzi

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