lunedì 7 dicembre 2015

La Russia accelera l’uscita dal dollaro

F. William Engdahl New Eastern Outlook 05/12/2015
goldcore_bloomberg_chart5_19-11-14Da tempo Cina e Federazione Russa hanno capito, così come altre nazioni, che il ruolo del dollaro come principale valuta di riserva mondiale è il loro tallone d’Achille economico. Finché Washington e Wall Street controllano il dollaro, e finché la maggior parte del commercio mondiale richiede dollari per i pagamenti, le banche centrali come quelle di Russia e Cina saranno costrette ad accumulare dollari sotto forma di “obbligazioni” del debito del Tesoro USA, come riserva di valuta per proteggere le economie dalla guerra valutaria che la Russia ha subito a fine 2014, quando l’appropriatamente denominato ufficio su terrorismo e intelligence finanziaria del Tesoro degli Stati Uniti e Wall Street scaricarono il rublo con l’accordo USA-Arabia Saudita per far crollare i prezzi mondiali del petrolio. Ora Russia e Cina sono dirette verso l’uscita dal dollaro. Il bilancio dello Stato della Russia dipende fortemente dai profitti delle esportazioni di petrolio. Ironia della sorte, a causa del ruolo del dollaro, le banche centrali di Cina, Russia, Brasile e altri Paesi diametralmente opposti alla politica estera degli USA, sono costrette a comprare debito del Tesoro USA in dollari, di fatto finanziando le guerre di Washington, con cui mira a danneggiarli. Ciò sta cambiando. Nel 2014 Russia e Cina firmarono due accordi colossali 30ennali sul gas russo per la Cina. I contratti hanno precisato che lo scambio sarà in rubli e renminbi, non in dollari. È l’inizio di un processo accelerato della de-dollarizzazione in corso oggi.
Renminbi nelle riserve russe
Il 27 novembre la Banca Centrale della Russia annunciava di annettere il renminbi cinese nelle riserve ufficiali della banca, per la prima volta. Al 31 dicembre 2014, la banca centrale della Russia aveva riserve costituite per il 44% da dollari, il 42% di euro e la sterlina inglese per poco più del 9%. La decisione d’includere renminbi o yuan nelle riserve ufficiali della Russia aumenterà l’uso dello yuan nei mercati finanziari russi, a scapito del dollaro. Lo yuan ha iniziato a essere commercializzato come valuta, anche se non ancora pienamente convertibile in altre, nella Borsa di Mosca dal 2010. Da allora il volume delle compravendite yuan-rublo è cresciuta enormemente. Nell’agosto 2015 i cambiavalute russi e le aziende acquistarono 18 miliardi di yuan, circa 3 miliardi di dollari, con un aumento del 400% rispetto all’anno precedente.
Il rublo d’oro è in arrivo
Ma le azioni di Russia e Cina per sostituire il dollaro quale valuta di mediazione negli scambi commerciali, un commercio il cui volume è notevolmente aumentato dalle sanzioni di USA e UE nel marzo 2014, non sono le ultime. L’oro è in procinto di un drammatico ritorno sulla scena monetaria mondiale da quando Washington unilateralmente stracciò il trattato di Bretton Woods, nell’agosto 1971. A quel punto, su consiglio dell’emissario personale di David Rockefeller al Tesoro, Paul Volcker, Nixon annunciò che Washinton si rifiutava di onorare gli obblighi del trattato rimborsando i dollari detenuti all’estero con l’oro della banca centrale degli Stati Uniti. Da quel momento, voci insistettero che di fatto le casseforti di Fort Knox siano vuote; se ciò venisse verificato, significherebbe la fine del dollaro come valuta di riserva. Washington sostiene categoricamente che la Federal Reserve possiede 8133 tonnellate di riserve auree. Se fosse vero, sarebbe di gran lunga superiore alla seconda, la Germania, le cui riserve auree ufficiali sono indicate dal FMI a 3381 tonnellate. Nel 2014 un evento bizzarro emerse alimentando i dubbi sulle statistiche ufficiali dell’oro statunitense. Nel 2012 il governo tedesco chiese alla Federal Reserve di restituire alla Bundesbank, la banca centrale tedesca, l’oro “in custodia” della FED. Scioccando il mondo, la banca centrale statunitense rifiutò di restituire alla Germania il suo oro, con la flebile scusa che la Federal Reserve “non poteva distinguere i lingotti tedeschi da quelli degli Stati Uniti…” Forse dobbiamo credere ai revisori dell’US Federal Reserve per cui l’oro fu escluso dai tagli al bilancio degli Stati Uniti? Nello scandalo che ne seguì, nel 2013, gli Stati Uniti rimpatriarono 5 misere tonnellate di oro tedesco a Francoforte e annunciarono di dover attendere il 2020 per completare il richiesto rimpatrio delle 300 tonnellate. Altre banche centrali europee iniziarono a riprendersi il loro oro dalla FED, sempre più sfiduciati verso la banca centrale statunitense. In tale dinamica, la banca centrale della Russia accumulò drammaticamente le riserve auree ufficiali, negli ultimi anni, dato che la crescente ostilità con Washington s’era accelerata di molto. Dal gennaio 2013, l’oro ufficiale della Russia è aumentato del 129%, arrivando a 1352 tonnellate al 30 settembre 2015. Nel 2000, alla fine del decennio del saccheggio degli Stati Uniti della Federazione Russa, durante i bui anni di Eltsin, le riserve auree della Russia erano pari a 343 tonnellate. Le casseforti della Banca centrale russa che, al momento della caduta dell’Unione Sovietica nel 1991 avevano circa 2000 tonnellate di oro ufficialmente, furono spogliate durante il controverso mandato del capo della Gosbank, Viktor Gerashenko, che disse a una Duma sorpresa che non sapeva spiegare dove fosse l’oro russo. Oggi è un’epoca diversa di certo. La Russia ha di gran lunga sostituito il Sudafrica come terzo Paese per miniere d’oro al mondo e per tonnellate annue estratte. La Cina è la numero uno. I media occidentali hanno propagandato molto il fatto che le sanzioni finanziarie guidate dagli Stati Uniti abbiano ridotto in modo significativo le riserve di dollari della banca centrale russa. Ciò che non segnalano è che la banca centrale in Russia ha acquistato oro, molto oro. Le riserve della Russia in dollari USA si sono ridotte recentemente, per le sanzioni, di 140 miliardi dal 2014, in parallelo al crollo del 50% del prezzo del petrolio, ma la disponibilità di oro è aumentata del 30% dal 2014, come indicato. La Russia detiene il maggior numero di once d’oro per gli exchange-traded funds (ETF). Solo a giugno, aggiunse il 12% della produzione mondiale annuale delle miniere d’oro, secondo seekingalpha.com. Il governo russo adottò la proposta molto sensata dell’economista russo e consigliere di Putin, Sergej Glazev, vale a dire che la Banca Centrale di Russia acquistasse ogni singola oncia di oro russo estratto ad un prezzo interessante in rubli, garantendosi l’aumento delle riserve auree dello Stato, evitando anche che la Banca Centrale comprasse oro sui mercati internazionali in dollari.
La bancarotta dell’egemone
Alla fine degli anni ’80, osservando la grave crisi bancaria degli Stati Uniti assieme al netto declino del loro ruolo, dal dopoguerra ,di nazione industriale leader mondiale e alle multinazionali degli Stati Uniti che esportavano la produzione nei Paesi dai bassi salari come Messico e Cina, gli europei cominciarono a concepire una nuova moneta per sostituire il dollaro come riserva e creare gli Stati Uniti d’Europa per rivaleggiare con l’egemonia statunitense. La risposta europea fu la creazione del trattato di Maastricht al momento della riunificazione della Germania, agli inizi degli anni ’90. La Banca centrale europea e l’euro più tardi, costruiti dall’alto e gravemente compromessi, ne furono il risultato. Una sospetta scommessa vincente da miliardi di dollari dello speculatore degli hedge fund George Soros, nel 1992, contro la Banca d’Inghilterra e la parità della sterlina, respinse Regno Unito e City di Londra dall’emergente alternativa europea al dollaro. Qualcuno ci guadagnò facilmente con gli stessi hedge fund colpendo l’euro nel 2010 attaccandone il tallone d’Achille, la Grecia, seguita da Portogallo, Irlanda, Italia, Spagna. Da allora l’Unione europea, obbiettivo di Washington e incatenata alla NATO, non minaccia più l’egemonia statunitense. Tuttavia, sempre dal 2010, mentre Washington tentava d’imporre la Full Spectrum Dominance del Pentagono sul mondo sotto forma dei cosiddetti cambi di regimi arabi manipolati dalla Tunisia all’Egitto alla Libia e ora, con scarsi risultati, in Siria, Cina e Russia si sono avvicinate. L’alternativa russo-cinese al dollaro, sotto forma di rublo d’oro e renminbi o yuan d’oro, potrebbero avviare la reazione a catena dell’uscita dal dollaro statunitense, e quindi avviare un serio declino nella capacità degli Stati Uniti di utilizzare il dollaro quale riserva per finanziare le guerre con i soldi altrui. Ciò potrebbe avvantaggiare un mondo in pace rispetto alle guerre dell’egemone perdente, gli Stati Uniti.5F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, laureato in Scienze Politiche all’Università di Princeton, è autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

mercoledì 2 dicembre 2015

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 Uno dei motivi per cui non si vuole lasciare ai governi la possibilità di gestire la politica monetaria è quello dell'inflazione, per cui eccessi di moneta provocherebbero danni irreparabili. In realtà non solo questa causa dell'inflazione non è mai stata dimostrata, ma sono stati accesi anche i dibattiti tra gli economisti che vedevano questa teoria come del tutto sbagliata. L'autore ripercorre brevemente la storia della Teoria Quantitativa della Moneta che ha portato a questo autentico dogma dell'economia moderna, le sue incongruenze e i suoi avversari, per sviluppare un nuovo pensiero, un nuovo approccio al problema, e ampliare le conclusioni di quegli economisti che non hanno mai dato validità alla teoria, sconfessata dai dati statistici e dalla logica. L'autore arriva così al teorema della preesistenza dei valori nell'equazione di Fisher, decretandone l'inapplicabilità per la determinazione di un legame tra la massa monetaria e l'inflazione. 


Dialoghi con Auriti – Il fumetto 

Il 15 agosto 1971 la storia del mondo cambiò. Il denaro non sarebbe stato piu lo stesso e con esso il pianeta. Un professore dell'Università di Teramo, Giacinto Auriti, fu l'unico che seppe interpretare questo cambiamento e capire la vera natura della moneta, svelata con l'abolizione della conversione in oro quel fatidico giorno a Camp David dal presidente Nixon. Quella che segue è la storia più importante da conoscere, spiegata in modo semplice e sintetizzata per essere raccontata a tutti.

giovedì 12 novembre 2015

Struttura e finanziamento del sistema bancario cinese

di Marina Valerio
1. Introduzione

Nella fase attuale di riforma, riteniamo che la struttura del sistema bancario cinese presenti un carattere che ci azzardiamo a definire altamente dinamico. Utilizzando tale concetto, è nostra primaria intenzione quella di evidenziare una tendenza in atto. La posizione di osservatori esterni ci consente infatti di cogliere una netta contrapposizione tra l’ambiente in cui le banche cinesi si trovano attualmente ad operare, e la situazione del passato recente.
La nostra tesi si basa sulla constatazione di una duplice tendenza. Innanzitutto, risulta evidente la volontà del policymaker di lasciare spazio ad un’attività bancaria più orientata al mercato e gradatamente aperta alla competizione1. Il recente avvio della fase di commercializzazione delle banche specializzate dello Stato è una manifestazione dello sforzo di porre in essere una trasformazione qualitativa all’interno del settore bancario, finalizzata ad impostarne la gestione su criteri di efficienza2. La misura dei mutamenti di tipo qualitativo è connessa alla gradualità del trasferimento delle operazioni creditizie a sfondo politico (policy loansdalle banche tradizionali a tre istituti speciali creati nel 1994.
Il secondo aspetto rilevante è di carattere quantitativo: la comparsa di nuove banche commerciali, la creazione di banche di credito cooperativo nelle città, l’ulteriore apertura a banche e istituzioni finanziarie estere, sono tutti fenomeni, risalenti agli ultimi tre anni, che contribuiscono a conferire una conformazione dinamica al settore bancario in Cina. A conferma di ciò concorrono anche gli elevati tassi di crescita della sua dimensione istituzionale, ed il corrispondente incremento del numero complessivo di addetti. Se è pur vero quello che comunemente si afferma a proposito della strategia di espansione delle banche cinesi, considerata esageratamente aggressiva e riconducibile in gran parte a ragioni di prestigio personale, è altrettanto vero che proprio la dilatazione della rete bancaria a livello territoriale ha consentito alle banche di canalizzare i crescenti risparmi delle famiglie verso il settore reale dell’economia.
Prima di entrare nel merito dell’analisi, vogliamo precisare che in Cina, in linea di principio, non è ammessa la costituzione di banche private. Le banche commerciali cinesi, al di là delle funzioni che svolgono, rimangono di proprietà pubblica. Lo Stato, a seconda dei casi:
a) ne detiene la proprietà al 100% (banche specializzate e istituti speciali),
b) partecipa con una quota di maggioranza al capitale azionario (alcune banche commerciali nazionali, banche di sviluppo regionale, banche di credito cooperativo e casse di risparmio),
c) esercita un controllo indiretto, quando le banche fanno capo a grandi imprese statali (CITIC Industrial Bank, China Everbright Bank, Hua Xia Bank).
Tuttavia, alcuni segnali di data recente fanno presumere un mutamento dello status quo. Nel dicembre 1994 fu data notizia che sarebbe presto diventata operativa la prima banca commerciale privata della Cina, la China Minsheng Bank3L’annuncio è stato confermato nel giugno 19954: sarà la prima banca nazionale non-publicly owned, di proprietà della Federazione Cinese per l’Industria e il Commercio (All-China Federation of Industry and Commerce, ACFIC). Avrà sede a Pechino ed un capitale sociale di 3 miliardi di yuan ($361,45 mil)5. Una nota di agenzia emessa lo scorso dicembre riportava che la costituzione della China Minsheng Bank Co Ltd è stata formalmente approvata dagli azionisti - 59 membri della ACFIC - e che una quota azionaria superiore all’80% del capitale complessivo sarà ripartita tra imprese non-statali6.
Interpretiamo l’evento quale ulteriore conferma del dinamismo che pervade il settore bancario della RPC. D’altra parte, la posizione di coloro che preferiscono enfatizzare il carattere statico, la lentezza dei progressi o l’assenza di immediati sviluppi nel sistema bancario cinese, forse pecca di eccessivo pessimismo7. La strategia cinese di modernizzazione ha scelto una strada diversa da quella della privatizzazione e dell’apertura tout court alle banche estere, così come l’approccio alla transizione verso una struttura economica più vicina al mercato non ha annullato la produzione nei settori statali. Ci piace pensare che alla base di tale scelta vi sia la volontà di rendere compatibili gli ideali di un’economia socialista con l’efficienza del libero mercato.

2. Una sintesi dell’evoluzione del settore bancario cinese

A partire dalla fine degli anni settanta, il sistema bancario della RPC ha subito gli effetti di tre distinti programmi di riforma, lanciati rispettivamente nel 1979, nel 1984 e nel 1993. Nel corso degli ultimi quindici anni, le banche specializzate dello Stato sono quindi state protagoniste di una lenta ma progressiva metamorfosi che ha coinvolto l’intero settore finanziario, e che le ha rese più affini agli intermediari finanziari che le istituzioni occidentali riconoscono: un tramite tra le unità economiche in surplus e le unità in deficit.
Il processo di diffusione delle banche commerciali e delle istituzioni finanziarie non-bancarie (NBFIs) ha avuto inizio nella seconda metà degli anni ottanta. La sua portata è stata tale da configurare, già in quegli anni, una situazione di dualismo istituzionale. Parallelamente, furono aperte le porte alle banche estere, sebbene sotto il divieto di condurre operazioni in valuta locale. Nel complesso, la crescita e la diversificazione delle istituzioni finanziarie ha contribuito a dare all’andamento della riforma un carattere irreversibile.
Fino al 1987, in Cina esistevano solamente quattro banche, operanti sulla base di una rigida specializzazione settoriale (industria e commercio, costruzioni di base, scambi con l’estero, agricoltura). Tra il 1987 e il 1993, ad esse si sono aggiunte dieci banche commerciali. Si può dire che solo dai primi anni novanta le banche commerciali siano riuscite a dar vita ad un proprio sistema, in grado di porre fine al monopolio delle banche specializzate e di promuovere la competizione nell’industria bancaria cinese.
Nel 1993 la situazione complessiva dell’economia cinese si presentava alquanto problematica. II sistema bancario, cresciuto in modo caotico sull’onda di uno sviluppo rapido, non aveva avuto il tempo di affinare gli strumenti di controllo. Durante il 1994, viene quindi avviata la terza grande campagna di riforma finalizzata a creare una struttura finanziaria compatibile con il mantenimento di crescita e sviluppo. Tra gli obiettivi, la trasformazione delle banche specializzate in entità commerciali rappresenta forse la più formidabile sfida con cui la Cina dovrà scontrarsi nei prossimi anni.

- Il nuovo modello di pianificazione decentralizzata del credito è attuato a livello nazionale.
- Nascono le prime Trust and Investment Corporations (TICs), create dalle filiali provinciali della PBOC.

1981
- Nasce la China Investment Bank (CIB)
- Prima emissione di Titoli del Tesoro (a lungo termine).

1982
- Viene ristabilita la People’s Insurance Company of China (PICC)

1984
II Riforma Bancaria
- Istituzione della Industrial and Commercial Bank of China (ICBC)
- Le attività commerciali della PBOC vengono trasferite alle quattro banche specializzate (ABC, BOC, PCBC, ICBC)
- La PBOC diviene a tutti gli effetti la banca centrale della RPC.

1986
Gli enti statali ricevono l’autorizzazione a creare banche commerciali proprie, svincolate dalla maggior parte delle restrizioni politiche che caratterizzano la gestione delle banche specializzate.

3. Quadro generale

Le funzioni consuete e tradizionali di banca centrale sono svolte dalla Banca Cinese del Popolo (People’s Bank of China PBOC): a livello istituzionale la PBOC rappresenta il dipartimento cui fa capo il settore bancario, sottoposto alla leadership del Consiglio di Stato, di cui funge anche da Tesoro8. La PBOC rappresenta ufficialmente la Cina nelle organizzazioni monetarie internazionali, quali il FMI e la Banca Mondiale (dal 1980), e la Banca Asiatica di Sviluppo (dal 1985)9. Per effetto della recente riforma bancaria, la PBOC svolgerà gradualmente le proprie funzioni secondo criteri che tendono ad avvicinarsi a quelli occidentali di autonomia, vigilanza e controllo prudenziale sul sistema bancario. I compiti della PBOC includono: formulazione e direzione della politica monetaria, formulazione del piano creditizio e del piano del circolante, fissazione dei tassi di interesse, regolamentazione dei mercati finanziari. Alla PBOC è affiliata l’Amministrazione dello Stato per il Controllo dei Cambi (SAFEC), agenzia governativa che controlla la stabilità del tasso di cambio. Inoltre la Banca Centrale è affiancata da una Commissione di Politica Monetaria, le cui funzioni sono stabilite dal Consiglio di Stato10.
Sotto la Banca Centrale, possiamo suddividere il settore bancario in otto aggregati che comprendono:
1) quattro banche specializzate dello Stato,
2) tre istituti speciali dello Stato per lo sviluppo nazionale,
3) oltre 57 mila cooperative di credito,
4) alcune banche cooperative urbane,
5) quattordici banche commerciali,
6) due casse di risparmio,
7) istituzioni finanziarie estere (FFls),
8) istituzioni finanziarie non bancarie (NBFIs).

1. Banche (commerciali) specializzate

Il primo gruppo costituisce il nucleo del sistema bancario, in quanto gestisce circa l’80% delle attività finanziarie della Cina. Esso è rappresentato dalle quattro tradizionali banche specializzate interamente di proprietà dello Stato: Banca Cinese per l’Industria e il Commercio (ICBC), operante prevalentemente nelle aree urbane per l’erogazione di capitale circolante alle imprese di medie e grandi dimensioni; Bank of China (BOC) per il commercio estero e i flussi internazionali di capitale; Banca Cinese del Popolo per le Costruzioni (PCBC) cui competono gli investimenti fissi, a medio-lungo termine; Banca Cinese per l’Agricoltura (ABC) che si occupa del finanziamento dell’economia rurale (produzione agricola e non-agricola).
La denominazione di banche specializzate deriva dal fatto che ognuna di esse occupa, in linea di principio, un particolare segmento del mercato cinese, realizzando interventi che applicano le particolari indicazioni del Governo per il comparto specifico. Sebbene ancora ampiamente segmentate nelle loro rispettive attività, le banche specializzate sono state autorizzate a diversificarle dal 1985.
Prima della riforma del 1994, oltre ad assolvere le funzioni commerciali, le banche di Stato erano ufficialmente responsabili del sostegno alle politiche economiche del Governo, fungendo da canali per la fornitura dei finanziamenti provenienti dal bilancio statale. Con la riforma, esse sono diventate de iure banche commerciali. La nuova Legge bancaria, entrata in vigore il 1° luglio 1995, si pone come obiettivo principale quello di garantire una gestione indipendente delle banche di Stato, sotto il controllo di una banca centrale indipendente. Essa impone che le banche commerciali rispettino gli standards internazionali con riguardo sia all’adeguatezza del capitale che al rapporto attivo/passivo. Tuttavia, le banche specializzate rimarranno sottratte all’osservanza della nuova regolamentazione per un periodo che, secondo quanto dichiarato dalle autorità monetarie, potrà variare dai 5 ai 10 anni11. Di fatto, nonostante siano state liberate formalmente dal peso dei prestiti di mandato governativi, devono ancora concedere finanziamenti alle imprese di Stato12.
Secondo il rapporto annuale della banca centrale, i punti chiave della riforma delle banche di Stato saranno:
1) l’istituzione di un nuovo meccanismo di incentivi per l’assegnazione del personale e dei salari; 2) l’imposizione di obiettivi di profitto e di qualità, e l’avvio di un processo di rettifica interna; 3) l’istituzione graduale di un sistema di valutazione della performance; 4) il consolidamento della struttura organizzativa, l’ampliamento della sfera di affari, la separazione delle proprie attività da quelle di società non finanziarie, società finanziarie e società di investimento ad esse affiliate13.

2. Istituti speciali per lo sviluppo

Nel 1994 l’attività di finanziamento allo sviluppo economico è stata trasferita a tre nuovi istituti di credito, denominati: Banca Cinese per lo Sviluppo Nazionale (SDBC), per il finanziamento dei progetti infrastrutturali nazionali e dei progetti industriali di grandi dimensioni; Banca Cinese per le Importazioni e le Esportazioni (EIBC), con il compito di finanziare le attività di import-export a lungo termine; Banca Cinese per lo Sviluppo dell’Agricoltura (ADBC), per il finanziamento di specifiche attività di importanza nazionale relative al settore agricolo. Le nuove banche non assorbono depositi dal pubblico e le loro fonti principali di finanziamento sono allocazioni di bilancio, risconto bancario, emissione di obbligazioni, utilizzo indiretto di depositi postali14. La loro creazione mira alla riacquisizione del controllo da parte del governo centrale sui maggiori progetti infrastrutturali. Ciò è visto come fattore chiave per frenare gli inarrestabili effetti inflazionistici degli investimenti fissi15.

3. Cooperative di credito

Accanto alle banche di Stato, esiste una vasta rete di decine di migliaia di cooperative di credito rurale (RCCs) e di 4-5 mila cooperative di credito urbano (UCCs)16. Si tratta di istituzioni finanziarie non-bancarie, formalmente indipendenti, di proprietà collettiva. Di fatto, sono poste sotto la giurisdizione rispettivamente della ABC e della ICBC, presso le quali sono tenute a versare una quota dei propri depositi. Le cooperative di credito svolgono una funzione molto importante nel sistema finanziario cinese: oltre a fornire prestiti e servizi di pagamento in città e villaggi, esse rappresentano il canale principale per la raccolta del risparmio individuale a livello locale. Nelle zone urbane, le UCCs sono il punto di riferimento sia per le piccole unità di produzione di proprietà collettiva, sia per le imprese private a conduzione familiare, per le quali è più difficile stabilire rapporti di credito con le grandi banche di Stato. Le RCCs possono essere considerate una specie di prolungamento della rete della ABC. Se ne comprende l’importanza, se si considera che più del 70% della popolazione cinese vive nelle zone rurali. I loro depositi provengono per oltre tre quarti dai risparmi delle famiglie contadine. Dell’enorme ammontare di risorse, più della metà viene destinato al finanziamento delle imprese di villaggio.

4. Banche di credito cooperativo

Sempre nell’ambito della politica di commercializzazione bancaria, a partire dal 1995 la Cina ha iniziato a trasformare alcune cooperative di credito urbano in banche di credito cooperativo, in cinque città su base sperimentale17. Si prevede una rapida espansione di questo tipo di istituzione bancaria, concepita per servire lo sviluppo economico delle piccole-medie imprese nelle città. Nonostante il carattere cooperativistico, avranno lo status di banche commerciali ad emissione azionaria. Potranno acquistare le azioni i dipartimenti finanziari locali, le piccole e medie imprese, i privati per scopi commerciali, i residenti e le banche specializzate, ma non si tratterà comunque di banche private18. Lo stesso esperimento dovrebbe in futuro riguardare anche le zone rurali, con ti creazione di banche rurali di credito cooperativo sulla base delle cooperative esistenti, in modo da modificare il rapporto di subordinazione tra queste ultime e la ABC19. Ad ogni modo, le cooperative di credito tradizionali continueranno ad esistere e svilupparsi.
In questa categoria rientrano anche due banche urbane regionali ad emissione azionaria, la cui origine risale alla fine degli anni ottanta, denominate Shenyang Cooperative Bank e Chengdu Hui Tong Cooperative Bank.

5. Banche commerciali

Possiamo suddividerle in quattro sottogruppi:
a) sei banche commerciali nazionali: sono banche a competenza generale le cui attività non sono sottoposte all’osservanza dei limiti o degli obiettivi fissati dal piano creditizio, nè si rivolgono a segmenti determinati di operatori economici. A loro volta, possono essere ripartite in due raggruppamenti. Nel primo rientrano le tre banche a capitale azionario, dove lo Stato è il principale azionista: Banca delle Comunicazioni (BOCOM), China Merchants Bank, Fujian Industrial (Xinyeh) Bank: Nel secondo rientrano tre banche di proprietà di altrettante imprese statali: CITIC Industrial Bank (CITICIB), China Everbright (Guangda) Bank, Hua Xia Bank. Queste banche sono state create nel 1993, ad eccezione di BOCOM e CITICIB, attivate nel 1987;
b) cinque banche di sviluppo regionale: sono banche commerciali a carattere regionale e ad emissione azionaria, denominate Guandgong Development Bank (GDB), Shenzen Development Bank (SDB), Shanghai Pudong Development Bank (SPDB), Xiamen International Bank (XIB), Hainan Development Bank20;
c) due banche di investimento: entrambe controllate dalla PCBC, a livello nazionale opera la China Investment Bank (CIB), mentre sul piano internazionale è entrata in funzione la nuova China International Capital Corp. Ltd. (CICC)21. Istituita ufficialmente nell’agosto 1995 con un capitale sociale di $100 milioni, la CICC è il primo gruppo bancario di investimento di matrice internazionale della Cina, frutto di una joint-venture tra PCBC (che partecipa con una quota del 42,5%), Morgan Stanley Croup Inc. (35%), China National Investment and Guarantee Corp, Government of Singapore Investment Corp e Hong Kong-based Mingly Corp. Ltd, che detengono ciascuna il 7,5% del capitale. La CICC rivestirà un ruolo importante nello sviluppo e nella standardizzazione del mercato dei capitali. Ad essa sarà consentito, in via straordinaria, di accedere al mercato azionario e valutario domestico direttamente con capitale proprio, operando sotto un regolamento speciale emanato dal Consiglio di Stato22. La società si occuperà anche della raccolta di fondi per lo sviluppo delle infrastrutture e dell’industria di base, e contribuirà a creare un mercato degli investimenti più standardizzato e con un elevato grado di internazionalizzazione. Uno dei compiti della CICC sarà quello di introdurre in Cina un’ampia gamma di attività bancarie e di servizi di consulenza, tra cui servizi di assistenza alle imprese in fase di ristrutturazione e project financing. Inoltre, aiuterà gli investitori esteri ad effettuare investimenti diretti nelle imprese cinesi23;
d) una banca commerciale privata, la China Minsheng Bank Co Ltd (in procinto di diventare operativa).

6. Casse di risparmio

Questo gruppo include due banche a carattere regionale che si occupano della raccolta di risparmio e dell’erogazione di prestiti in campo immobiliare, denominate Yantai Housing Saving Bank e Bangbu Housing Saving Bank.

7. Istituzioni Finanziarie Estere (FFls)

Al fine di promuovere una maggiore apertura verso il resto del mondo e creare le condizioni per un ambiente competitivo, le autorità cinesi stanno considerando di concedere ampia libertà di ingresso a banche e istituzioni finanziarie estere. Nell’aprile del 1994 la banca centrale ha emanato il "Regolamento sulle Istituzioni Finanziarie d’Investimento Estere" (FFIs), per disciplinarne l’insediamento nelle zone stabilite dal Consiglio di Stato24. La banca centrale, nel suo rapporto annuale, ha evidenziato che alla fine del 1994 erano presenti in Cina 393 uffici di rappresentanza e 118 isituzioni finanziarie estere, comprendenti 99 filiali bancarie25. Attualmente sono 14 le città costiere in cui gli stranieri possono avviare attività finanziarie26. In otto di questi centri finanziari è stato inaugurato ufficialmente l’8 marzo 1995 l’Express Mail Service (EMS), il servizio di trasferimento di moneta internazionale, su cui per il momento sono trasferibili solo Renminbi e US$.

8. Istituzioni Finanziarie Non Bancarie (NBFIs):

a) Intermediari non bancari: in Cina esiste una vasta, diversificata e crescente rete di intermediari finanziari non bancari, di cui fanno parte27:
1) la Compagnia di Assicurazione del Popolo (PICC) e 12 gruppi assicurativi ad essa affiliati o a carattere regionale. Complessivamente esistono 25 compagnie di assicurazione28, ma la PICC controlla il 90% del mercato;
2) 387 società di trust e di investimento, nazionali (TICs) ed internazionali (ITICs), legate nella maggioranza dei casi ad una delle banche specializzate o ai governi locali. Esse ricevono depositi e compiono operazioni finanziarie di vario genere per conto di governi e imprese, in favore dei quali emettono garanzie, ed effettuano investimenti di ogni tipo, anche a titolo di risorse proprie. La più importante società a livello internazionale è la China International Trust and Investment Corporation (CITIC);
3) 63 società mobiliari controllate dal Ministero delle Finanze29, e 87 società mobiliari affiliate a banche specializzate o TICs, e controllate dalla PBOC;
4) 29 società finanziarie30 e più di 60 società di leasing31, di cui 27 sono il prodotto dijoint-ventures;
5) più di 20.000 uffici postali per la raccolta del risparmio32;
b) Mercati dei Capitali: in questo gruppo rientrano tutte le Borse presenti nelle diverse province, tra cui le più importanti (ormai a livello nazionale) sono le due Borse di Shanghai e Shenzhen, dove vengono quotati e trattati tutti i tipi di titoli. Il mercato dei capitali include: mercato dei titoli di Stato, mercato azionario, mercato valutario, mercato dei futures. È in progetto lo sviluppo dei mercati dei capitali a lunga scadenza, sia attraverso l’istituzione di fondi pensione, fondi ipotecari e altre fonti di capitale a lungo termine, sia rafforzando la regolamentazione dei mercati mobiliari. A cominciare dalla promulgazione del "Regolamento provvisorio per l’emissione dei titoli e la gestione delle transazioni", emanato all’inizio del 1993, sono state pubblicate una serie di norme e regolamenti che hanno offerto relative garanzie di maturità del mercato. Ciò ha consentito alla borsa valori cinese di accrescere il proprio grado di internazionalizzazione. Innanzitutto si è allargato il mercato specializzato nella trattazione di azioni di tipo B33; in secondo luogo alcune società cinesi sono state quotate sul mercato di Hong Kong e su quello americano. La trattazione sul mercato secondario dei titoli ha sperimentato non solo un incremento quantitativo, ma anche un superamento delle frontiere del mercato regionale, rendendo le borse di Shanghai (SHE) e di Shenzhen (SZE) i due centri finanziari del mercato nazionale dei titoli.

4. Dimensione istituzionale del settore bancario34

La PBOC e le 4 grandi banche specializzate di proprietà dello Stato hanno una rete di filiali altamente decentralizzata, che alla fine del 1993 totalizzava oltre 137.800 unità in tutto il Paese. La cifra complessiva include anche gli uffici di deposito a risparmio affiliati alle banche specializzate (71.242 alla fine del 1993) e gli uffici commerciali bancari. Se aggiungiamo anche le filiali di PICC (Compagnia di Assicurazione del Popolo) e BOCOM (Banca delle Comunicazioni), si superano le 143.700 unità operative, in un rapporto con la popolazione di poco superiore a 1,2 sportelli su 10 mila abitanti. Se però si considera anche la rete complessiva (unità a contabilità indipendente e non) delle cooperative di credito, il rapporto tra il numero degli sbocchi sul mercato e popolazione totale diventa di oltre 4 sportelli su 10.000 abitanti35. L’organizzazione delle filiali non è basata su criteri economici, ma sulla struttura amministrativa del Paese. Ogni banca ha tipicamente un ufficio centrale, circa 30 filiali a livello provinciale, in media 350 filiali a livello di comuni e prefetture e 2000 filiali a livello di contea.
Alcune delle banche specializzate hanno persino sub-filiali al di sotto del livello di contea: ad esempio, la ABC ha oltre 31.700 filiali minori a livello locale, mentre la ICBC ne ha quasi 4.000. La ABC è la banca di Stato con un maggior numero di sportelli (quasi 60 mila a fine 1993), mentre la BOC è quella meno estesa territorialmente. Comunque, la dimensione delle filiali varia notevolmente in relazione alla struttura amministrativa del Paese: una filiale provinciale è molto grande, mentre un ufficio di deposito locale può consistere anche di soli tre addetti, sebbene entrambi siano registrati come "filiali" bancarie36.
Tra il 1991 e il 1993, la banca che ha registrato il tasso di crescita maggiore è stata la Banca delle Comunicazioni (BOCOM), passata da 418 sportelli nel 1991 a circa un migliaio alla fine del 1993, con un incremento del 138%. Essa è seguita dalla BOC, cresciuta nello stesso periodo del 55,4%.
II settore nel suo complesso è in rapida espansione e ciò è dimostrato dal tasso di incremento delle unità isituzionali bancarie, compreso il settore assicurativo: rispetto al 1992 si è verificato un incremento generale del 10,2%.
Particolarmente rilevante è risultata l’espansione della rete di uffici bancari urbani, a livello periferico e distrettuale, che dal 1992 al 1993 sono praticamente triplicati.
Per avere un’idea completa del quadro istituzionale bancario della Cina dobbiamo prendere in considerazione un altro elemento preponderante del sistema, e cioè la rete non-bancaria delle cooperative di credito rurale. Complessivamente, il numero delle istituzioni legate al credito rurale, esclusa la rete della ABC, è quasi due volte e mezzo quello del sistema bancario statale, totalizzando 339.942 unità alla fine del 1993. Tale cifra include sia le cooperative di credito a contabilità indipendente sia le loro filiali, gli uffici di deposito a risparmio e le credit stations. Queste ultime rappresentano la componente principale della struttura adottata dalle cooperative rurali: alla fine del 1993 contavano 240.193 unità. Le stazioni del credito sono composte da uno o due lavoratori a tempo parziale, generalmente membri della stessa brigata di produzione in cui opera la credit station. La struttura istituzionale nelle campagne risulta quindi molto flessibile, data la vastità del territorio e l’enorme numero di abitanti presenti, che contano per oltre il 70% della popolazione.

5. Dimensione occupazionale

Alla fine del 1993 i lavoratori a tempo pieno impiegati nel settore bancario dello Stato (considerando, oltre a banca centrale e banche specializzate, anche la BOCOM) erano 1.778.059, ai quali vanno sommati 115.898 addetti del settore assicurativo, per un totale di 1.893.957 impiegati a tempo pieno37. Ciò significa che nell’arco di poco più di dieci anni l’impiego nel settore bancario e assicurativo statale è aumentato di oltre il 150%, considerando che alla fine del 1982 vi erano impiegate 750.000 unità38. Aggiungendo anche gli addetti a tempo pieno delle cooperative di credito rurale (594.000 a fine 1993) risulta che gli occupati nel settore creditizio e assicurativo cinese erano circa 2,5 milioni alla fine del 199339. Le due banche con maggior numero di addetti sono la ICBC e la ABC, con una media di 545.000 impiegati a tempo pieno a fine 1993. Questi numeri ci impressionano per la loro esiguità: in rapporto alla dimensione del Paese, l’occupazione nel settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria in Cina è bassa, se confrontata con quella di altri Paesi in via di sviluppo (tranne l’ex-URSS), rappresentando solo lo 0,4% dell’occupazione totale40.
I dati relativi al periodo 1991-1993 mostrano che gli occupati del settore bancario stanno aumentando a ritmi sostenuti. I tassi di crescita del numero di addetti pongono ancora la BOC al primo posto con un incremento di oltre il 110% tra il 1991 e il 1994, seguita dalla BOCOM con un +76,42%. Per le altre banche, i ritmi di crescita sono in media pari al 10%, ad eccezione della PCBC, che presenta un tasso più alto (30%). Anche il settore assicurativo prospetta una dinamica occupazionale in fase espansiva, in corrispondenza della crescita della dimensione istituzionale. Per quanto riguarda le banche commerciali nazionali, si stima che gli occupati siano complessivamente 40mila41, una cifra che scompare di fronte a quella del settore statale, e che trova una giustiticazione nella limitata rete di filiali, concentrate nelle città maggiormente orientate all’esportazione, soprattutto nelle zone costiere.

6. Dimensione dell’attività bancaria nelle maggiori banche cinesi

Il primo aspetto che viene in evidenza analizzando i dati relativi alla dimensione dell’attivo delle banche cinesi riguarda l’enorme divario esistente tra le banche specializzate e le altre banche commerciali nazionali. In base ai dati di bilancio, possiamo pertanto dividere il settore bancario cinese in tre gruppi di banche, di dimensioni grandi - medie - piccole, rispettivamente con attività superiori a 1.000 mld di yuan ($120 mld), comprese fra i 300 e i 40 mld di yuan ($36,1 mld -$4,8 mld), inferiori a 10 mld di yuan ($1,2 mld). Alla fine del 1994, le attività delle banche commerciali nazionali, e cioè di quelle piccole e medie, ammontavano complessivamente a 454,226 mld di yuan, equivalenti a meno del 6,4% delle attività delle banche dello Stato. A fronte di ciò, esse presentano comunque tassi di crescita elevati, che nell’ultimo anno hanno raggiunto un livello medio dell’82,9% (con una punta massima del 182% relativa alla China Merchants Bank), contro una variazione positiva media delle attività delle banche specializzate pari al 34,5%.
La prima banca cinese per totale di attività è la ICBC, seguita da BOC, PCBC e ABC: complessivamente, le attività delle quattro banche specializzate ammontavano, alla fine del 1994, a 7.125,251 mld di yuan ($858,46 mld). La dimensione dell’attivo per le singole banche varia da un massimo di 2.633,938 mld di yuan ($317,34 mld) per la ICBC, ad un minimo di 1.255,851 mld di yuan ($151,31 mld) per la ABC. Rispetto al 1993, la crescita più rapida è stata registrata dalla BOC, le cui risorse sono aumentate del 50,7%.
La voce "utili prima delle imposte" evidenzia una netta differenza tra la performancedi ICBC e BOC e quella di PCBC e ABC, poichè le prime due registrano un risultato lordo di oltre 12 mld di yuan, contro i 5,7 mld di yuan della PCBC e i 526 milioni di yuan della ABC. Un’ulteriore considerazione riguarda il rapporto tra il capitale proprio e il totale attivo: da questo punto di vista, la banca specializzata più solida è la BOC, con un indice di poco superiore al 4%, mentre la PCBC presenta la situazione più a rischio con riferimento all’intero sistema bancario. Si tratta di livelli di capitalizzazione ritenuti eccessivamente bassi, e che sono il risultato della norma che imponeva alle banche dello Stato, in quanto enti amministrativi del governo, di trasferire i fondi insurplus al bilancio statale42.
La dimensione dell’attivo delle altre banche commerciali nazionali è proporzionalmente esigua, ma, come accennato, si tratta di banche in forte espansione, il cui decollo è da associare necessariamente alla parallela caduta del monopolio delle banche di Stato. La predominanza assoluta spetta alla Banca delle Comunicazioni, che, con i suoi 279,5 mld di yuan di attività, si distanzia notevolmente dalle altre banche commerciali. Nel gruppo delle banche di medie dimensioni, la BOCOM è seguita da CITIC Industrial Bank, China Merchants Bank e China Investment Bank, con attività che rientrano nella fascia tra i 70 e i 44 mld di yuan. Nel complesso, le banche commerciali dispongono tutte di una discreta posizione relativamente al rapporto capitale proprio/attivo, oscillante da un valore minimo del 4,6% per la CITICIB ad un massimo del 17,4% per la Hua Xia Bank. La China Merchants Bank è la banca con i tassi di crescita più elevati relativamente a tutte le principali voci di bilancio; essa è la seconda banca, dopo la BOCOM, per valore degli utili, più che raddoppiati tra il 1993 e il 1994.
I dati, illustrati a grandi linee, non sono di per sè indicativi dei gravi problemi di bilancio che il settore bancario cinese deve fronteggiare. Questi, come vedremo, includono a) la sottocapitalizzazione delle banche specializzate, b) un alto grado di rischiosità dovuto alla notevole incidenza delle posizioni in sofferenza e alle partite incagliate, relativamente ai prestiti concessi alle imprese di Stato, c) la carenza di personale qualificato e di dotazione tecnica. Non è dato di conoscere quale sia la reale entità della componente costituita dalle sofferenze bancarie. Si ritiene comunemente che il rapporto tra i cosidetti dead loans (prestiti su cui non sono stati pagati interessi per oltre tre anni) e il portafoglio prestiti complessivo delle banche specializzate, oscilli tra il 20% e il 30%. Inoltre, pare che almeno il 5% di tali prestiti sia stato dichiarato irrecuperabile43. Fonti ufficiose hanno avanzato l’ipotesi che, sia messo a rischio il 60% dei prestiti concessi alle imprese di Stato, i quali contaminerebbero il 40% del portafoglio prestiti44. La creazione dei nuovi istituti speciali per lo sviluppo, d’altra parte, non ha comportato la ristrutturazione delle partite a rischio. Un problema ulteriore è rappresentato dalla scarsa o inesistente adesione a parametri contabili in linea con gli standards internazionali, che minaccia la credibilità dei dati sugli utili di gestione. Questi problemi si sono riflessi nel 1995 nel peggioramento delrating dei titoli a lungo termine, che l’agenzia di rating internazionale Moody’s ha abbassato, in aprile, da A3 a Baa145.
Dal punto di vista delle risorse disponibili, l’aumento più significativo riguarda la raccolta diretta: tra il 1990 e il 1994, il volume totale dei depositi è aumentato del 151%, portandosi ad un livello prossimo ai 3 mila miliardi di yuan ($353,77 mld, al tasso di cambio di 8,48 di yuan per 1$ del dicembre 1994). La quota dei depositi sul totale dei fondi disponibili, nell’ultimo biennio, è passata dal 77,8% al 64%. La riduzione dell’incidenza dei depositi è senz’altro da attribuirsi alla componente rappresentata dai prestiti interbancari, che fino al 1992 non compariva tra le voci delle risorse delle banche statali, e che nel 1994 ha contato per il 16,6% del totale, qualificandosi come la seconda voce più importante della raccolta di fondi46. Il circolante è rimasto mediamente stabile attorno al 16% all’inizio e alla fine del periodo, con una punta del 17,8% nel 1992, cui è seguito un decremento del 68%, dovuto alle misure di austerità imposte dal Governo per controllare l’esplosione inflazionistica scoppiata nei due anni successivi. La raccolta indiretta attraverso l’emissione di titoli, appare insignificante, incidendo solamente per lo 0,1% del totale a fine 1994, con una sostanziale caduta del 54% rispetto al 1992. Infine, è diminuita l’incidenza dei fondi erogati dal Governo, che seppure cresciuti ad una tasso medio del 18% nei cinque anni considerati, in termini di quota sono passati dal 5,2% al 2,9% della raccolta diretta. Nel complesso, il volume dei fondi disponibili è aumentato del 172% tra il 1990 e il 1994, portandosi al livello di 4.582,258 mld di yuan ($572,2 mld), equivalente al 68% delle poste attive totali delle quattro banche specializzate.
Una analisi a parte riguarda la struttura dei depositi: l’incidenza maggiore concerne la raccolta in città e villaggi, pari al 54% del totale e aumentata ad un tasso dell’82,5% tra il 1992 e il 1994. Nel periodo considerato, la quota dei depositi urbani ha mostrato una tendenza a salire, insieme a quelli delle imprese che equivalgono al 40%. Hanno registrato invece un calo consistente i depositi effettuati presso le banche specializzate nelle aree rurali, e passati dal 7,6% nel 1990 allo 0,6°/o alla fine del 1994.
Tra gli impieghi, la predominanza spetta ai prestiti, che nel 1994 hanno inciso per quasi il 70%, in calo rispetto al 1990, quando rappresentavano il 90% dei fondi totalmente impiegati. Parallelamente, è invece aumentata la percentuale degli impieghi in valuta estera, cresciuti ad un tasso del 398,7% nell’ultimo biennio, portandosi al livello di 450,388 mld di yuan a fine 1994 (pari a quasi il 10% del totale). Ma anche dal lato degli impieghi, la seconda voce più importante rimane quella relativa ai prestiti interbancari, che rappresentano il 12,7% del totale. I crediti verso il Ministero delle Finanze ammontavano nel 1994 a 168,706 mld di yuan, corrispondenti al 3,7% degli impieghi, con un rallentamento della crescita rispetto al primo biennio. Dei prestiti, oltre il 50% è destinato alle imprese commerciali e industriali, con quote rispettivamente del 31,8% e del 22,8%. I finanziamenti per gli investimenti fissi hanno registrato il tasso di crescita maggiore, pari all’82,7% tra il 1992 e il 1994. I prestiti concessi alle imprese private rimangono stazionari come percentuale del totale, uguale allo 0,1% per tutto il periodo. Una situazione notevolmente più favorevole si presenta invece per le imprese a capitale estero, che nel 1994 si sono aggiudicate il 2,3% dei prestiti complessivi.
A fine 1993, il totale dei crediti ammontava a 2.494,01 miliardi di yuan, con un tasso di crescita medio annuo del 20% nel periodo 1990-1993. Tra le passività, le due voci più interessanti sono i depositi e i debiti verso le autorità monetarie. Per quanto riguarda i primi, oltre il 50% è costituito da depositi a tempo, seguiti dai depositi a vista (imprese ed enti statali), pari al 37,4% del totale. I depositi a risparmio delle famiglie hanno invece registrato una forte accelerazione del tasso di crescita, che in media, nei tre anni, è stato pari al 42%, contro il 25% delle altre due categorie di depositi. I finanziamenti concessi dalle autorità monetarie hanno raggiunto i 961,26 miliardi di yuan ($114,43 mld) a fine 1993, equivalenti al 38,5% del totale dei crediti, e sono cresciuti del 43,5% tra il 1992 e il 1993.
Per quanto riguarda le banche commerciali, ci limitiamo ai dati del 1994, anno in cui la raccolta totale di fondi è stata pari a 185,681 mld di yuan ($21,89 mld), equivalente al 4% delle risorse raccolte dalle banche di Stato. La quota dei depositi (82,751 mld di yuan) è pari al 44,5% del totale; di essi, il 65% proviene dalle imprese, il 16% è costituito da effetti in custodia ed il 15% da depositi di città e villaggi. Tra le risorse, la seconda voce più importante dopo i depositi, è rappresentata da altre fonti non precisate, cui corrisponde una quota del 44% sul totale. La parte residua è ripartita tra debiti verso le istituzioni finanziarie (4,8%), capitale (3%), utili (0,6%), intermediazione mobiliare (0,3%), fondo per rischi bancari (0,17%), emissione di titoli (0,1%) e debiti verso la Banca Centrale (2,1%) per un valore di 3,913 mld di yuan.
Dal lato degli impieghi, i prestiti contano per il 33%; di essi, il 60% è equamente distribuito tra prestiti alle imprese (commerciali e industriali) e crediti di firma. Sempre con riguardo ai prestiti, i finanziamenti alle imprese private hanno un’incidenza dello 0,3%, mentre alle imprese a capitale estero è destinato il 9%, e agli investimenti a medio e lungo termine il 3,7%, pari a 6,4 mld di yuan. I depositi presso la Banca Centrale ed i crediti verso le istituzioni finanziarie corrispondono rispettivamente al 7,5% e al 5% del totale degli impieghi. La quota di riserva obbligatoria è pari al 4,2%. Infine, gli investimenti equivalgono al 3,45%, mentre il rapporto tra Azioni & Partecipazioni e il totale degli impieghi è dell’1,4%.
Dal raffronto tra la performance operativa delle banche specializzate e quella delle banche commerciali per il 1994, possiamo trarre le seguenti conclusioni47:
a) dal lato delle risorse, sia le banche specializzate che quelle commerciali sono caratterizzate da un notevole sottosviluppo del portafoglio titoli: l’emissione di titoli di debito è per entrambe pari allo 0,1% della raccolta totale, mostrando nel periodo 1990-1994 una tendenza al ridimensionamento per le banche di Stato;
b) per quanto riguarda la raccolta da clientela, le banche specializzate presentano un alto grado di concentrazione relativamente ai depositi urbani e di villaggio e ai depositi delle imprese. Diversamente, la composizione dei depositi delle banche commerciali è notevolmente più sbilanciata verso le imprese, ma presenta anche un certo grado di diversificazione per la presenza di un ampia quota di depositi di custodia;
c) tra le attività, esiste un notevole differenziale tra le rispettive quote relative ai prestiti, che nelle banche specializzate riguardano quasi i 3/4 degli impieghi, mentre nelle banche commerciali ammontano a circa 1/3 del totale. All’interno del portafoglio prestiti, le differenze principali concernono i prestiti concessi alle imprese private e alle imprese a capitale estero, le cui quote nelle banche commerciali sono tre volte superiori a quelle delle banche specializzate. Un’ultima differenza riguarda i finanziamenti destinati agli investimenti fissi, verso cui le banche commerciali sono scarsamente orientate.

7. Le banche specializzate dello Stato

Le quattro grandi banche specializzate, a capitale interamente statale, dominano in maniera assoluta il settore finanziario cinese. Allo stato attuale esse devono ancora fornire prestiti alle imprese statali in costante deficit, rimanendo responsabili del mantenimento della stabilità sociale e del sostegno finanziario alla crescita economica48. Possiamo rappresentare schematicamente le relazioni che intercorrono all’interno della struttura bancaria cinese, sintetizzandole in due flussi: il circuito delle informazioni provenienti dal mercato, e il circuito che rappresenta gli strumenti di controllo e di regolamentazione utilizzati dalla Banca Centrale, cioè razionamento del credito e assegnazioni di bilancio.
All’interno di questo schema, possiamo identificare alcuni aspetti generali relativi alle caratteristiche gestionali e funzionali delle banche commerciali dello Stato. Esistono cinque fondamentali differenze tra queste ultime e le altre banche commerciali49.
1. La prima riguarda l’intervento dei governi locali e dei dipartimenti locali del Consiglio di Stato nelle operazioni di gestione del credito. Per effetto della decomposizione del sistema politico ed economico della Cina in una pluralità di sistemi di amministrazione, a livello geografico e settoriale, le autorità locali godono di un elevato potere di contrattazione nei confronti delle filiali bancarie. Tale potere consente loro di influenzare le scelte sugli impieghi e di esercitare pressioni affinchè sia estesa l’erogazione del credito oltre la soglia fissata dal piano statale.
2. A quanto detto sopra si ricollega la seconda differenza, concernente la politica degli impieghi. Nella concessione dei prestiti di mandato, le banche specializzate devono seguire le priorità e i criteri imposti dalle autorità, centrale e locali50. In base a tali criteri, a) le esigenze di capitale circolante devono avere la precedenza sugli investimenti fissi; b) nella sfera del capitale circolante, si deve privilegiare il credito per l’acquisto di prodotti agricoli e di prodotti esteri, con particolare riguardo a quelli con scarsità di offerta; c) il credito destinato agli investimenti fissi spetta in via prioritaria ai progetti strategici dello Stato, alle imprese di grandi dimensioni e a quelle con buona performance economica. Il grado di soddisfacimento di queste priorità dipende comunque dalla disponibilità di fondi da parte delle banche.
3. La terza differenza consiste nel fatto che le banche specializzate hanno anche il compito di amministrare le operazioni finanziarie del settore reale, fungendo in parte da istituzioni di supervisione per conto del Governo. Fino a quando la funzione commerciale non entra in conflitto con la funzione di controllo monetario, un certo grado di vigilanza sul settore reale è presente. Tuttavia esiste una tendenza all’allentamento dei controlli nel momento in cui le banche mostrano di concentrarsi maggiormente sui propri obiettivi51. A questo proposito, è indicativa l’esperienza degli anni recenti riguardante i controlli sul circolante: le banche hanno mostrato poco interesse a vigilare sui prelevamenti di circolante dai conti delle imprese destinati ai consumi dei lavoratori52, a spese del controllo monetario.
4. Il profitto non può rientrare nei targets delle banche di Stato53. Ciò comporta almeno due conseguenze.
Primo, le banche sono portate a scegliere il credito di scala come obiettivo di strategia gestionale; dal punto di vista dei quadri dirigenti, questo significa più potere (specialmente sotto condizioni di scarsità di offerta di moneta) e, indirettamente, più profitto. Il credito di scala come obiettivo è reso possibile dal fatto che, da molti anni, i piani creditizi rappresentano solo linee guida; in altre parole, attualmente non ci sono limiti precisi per l’espansione complessiva del credito. Il maggior ostacolo alla sua espansione diviene la scarsità di fondi. Le banche, che già possono contare sulla contabilizzazione "automatica" dei depositi delle imprese, e sui depositi a risparmio delle famiglie come supplemento, spesso riescono tatticamente a forzare la Banca Centrale affinchè sopperisca alla loro scarsità di fondi. La tattica è semplice da descrivere: le banche scelgono di comportarsi esattamente al contrario di quanto necessario per soddisfare le priorità di investimento dello Stato, finanziando prima di tutto i progetti secondari, e usando i progetti di prim’ordine rimasti senza finanziamenti come punto di appoggio per richiedere prestiti alla Banca Centrale. La PBOC difficilmente evade le richieste. Uno dei motivi è che i direttori delle sedi centrali delle quattro banche specializzate si trovano solo ad un livello più basso dei direttori della sede centrale della PBOC, mentre i direttori delle filiali delle banche specializzate e della PBOC sono collocati allo stesso livello54. Questa posizione unica delle banche di Stato, insieme al potere monopolistico di cui godono, conferisce loro un superpotere di contrattazione con la Banca Centrale, nonostante quest’ultima sia ufficialmente autorizzata a vigilarle. Per questo motivo, l’elevato livello di sofferenze è sempre stato colmato periodicamente dall’intervento del Consiglio di Stato tramite le coperture della PBOC.
In secondo luogo, dal momento che le banche specializzate non sono imprese responsabili di profitti e perdite, non esiste un chiaro legame tra gli utili delle filiali bancarie e la remunerazione degli addetti, nonostante i vari esperimenti di gestione responsabilizzata. Risulta invece che il livello remunerativo del personale sia notevolmente influenzato dai rapporti di tipo clientelare tra direttori delle filiali, managers delle imprese statali e governi locali.
5. La quinta ed ultima differenza riguarda i rapporti tra banche e imprese, entrambe sottoposte ad alcune restrizioni:
a) in linea di principio le banche devono operare nelle aree di affari loro assegnate;
b) le imprese possono aprire lo stesso tipo di conto presso una sola banca, e generalmente questa è compatibile con la natura delle loro attività55.
Sulla base di tali presupposti, possiamo avanzare le seguenti osservazioni.
Le limitazioni di cui sopra sono state la causa originaria del monopolio delle banche di Stato, e quindi della situazione di scarsa competizione caratteristica del settore bancario cinese. A motivo della divisione settoriale, ognuna delle banche specializzate non può espandersi in un’altra area di affari e non deve preoccuparsi che le altre non facciano altrettanto. Durante il processo di riforma, si è tentato di ridurre queste barriere legali, ma tutto è stato sospeso nel 1989, quando venne imposta una politica creditizia restrittiva per frenare l’esplosione inflazionistica dell’arido precedente. Si disse che il tentativo di espansione delle banche aveva causato inutili costi ed una competizione caotica. Pertanto: 1) le banche possono sempre contare sui depositi delle imprese; 2) i depositi delle imprese vengono remunerati con interessi molto bassi, poichè, non esistendo la possibilità di scegliere la propria banca, non c’è pericolo che i depositi fluiscano altrove, neppure se i servizi sono scarsi o poco efficienti.
In merito al risparmio individuale, le banche fino a tempi recenti hanno avuto pochi incentivi ad espanderne la raccolta (tranne quando si verificava una reale restrizione monetaria), perchè i depositi a risparmio sono minori in ammontare, più costosi da gestire e devono essere remunerati con un più alto tasso di interesse. Di fatto, se paragonati ai tassi di interesse sulle poste attive, i tassi pagati ai risparmiatori sono così alti da privare le banche di ogni utile. Come risultato di tutti questi fattori, in Cina le attività di facilitazione del risparmio sono molto sottosviluppate, collocandosi in una situazione di diffusa carenza di istituzioni bancarie, prodotti finanziari, tecnologie moderne e staff qualificato. A ciò si aggiunge il fatto che non esiste la possibilità generalizzata per gli individui di aprire conti correnti, e ciò è fonte di un ampio flusso di circolante nel commercio dei beni di consumo. Anche le facilitazioni sui conti correnti per i milioni di nuovi piccoli imprenditori sono limitate, costringendo molti di essi ad usare il contante nelle operazioni commerciali.
I destini di banche e imprese sono intrecciati. Le banche, essendo nella posizione di gestori del credito, sono rese responsabili della sopravvivenza delle imprese statali che vi tengono aperti i propri conti. A loro volta, le imprese devono dipendere e sono solite dipendere dalle loro banche. Quando un’impresa si scontra con problemi di natura finanziaria, le si presentano tre possibilità: a) ricevere il sostegno della sua banca; b) andare in fallimento; c) accumulare debiti, il cui onere, prima o poi, viene assunto dalla banca56. È molto facile per Governo, impresa e opinione pubblica incolpare la banca per ogni conseguenza negativa di un mancato intervento a favore dell’impresa. In questi casi, con poche eccezioni, le banche concedono alle imprese statali la facoltà di sopravvivere, ignorando ogni pericolo di mancato rimborso. Questa è la ragione basilare per cui le banche specializzate dello Stato non sono molto responsabili nell’erogazione di prestiti, e del perchè, rebus sic stantibus,difficilmente potrebbero essere costrette ad esserlo.
Un segnale del cambiamento ci è dato da una notizia recente, molto enfatizzata dalla stampa locale, che ha annunciato l’adozione di provvedimenti sanzionatori (inclusa la sospensione) nei confronti di dirigenti e funzionari di alcune istituzioni finanziarie accusati di aver erogato prestiti in eccesso, contravvenendo alle direttive in materia di controllo monetario57.
8. Un sistema giuridico per il settore finanziario: la legge sulla Banca Centrale e sulle banche commerciali
Come parte del suo programma di trasformazione, la Cina sta costruendo un sistema giuridico finalizzato a sostenere e promuovere le riforme economiche, in linea con la prassi internazionale. Il settore finanziario è uno dei principali destinatari della nuova legislazione. La legge sulla banca centrale si presenta come la prima di una serie di leggi e regolamenti posti alla base della corrente riforma del sistema bancario. Essi includono la legge sulle banche commercial58 (Banking Act), la legge sugli strumenti negoziabili59 e quella sul settore assicurativo. La prima definisce diritti legali e obblighi delle banche commerciali; si tratta di uno strumento di tutela giuridica nei confronti delle imprese statali, poichè libera le banche dall’obbligo di dover concedere prestiti politici alle imprese in fallimento. La seconda si applica a tutte le transazioni finanziarie incorporate in strumenti negoziabili (cambiale tratta, cambiale "pagherò", assegno bancario nonchè strumenti "foreign-related")60. Entro la fine del 1995 era attesa l’emanazione di regolamenti e norme in materia di risparmio privato, amministrazione fiduciaria, garanzie per gli investimenti all’estero, contratti di prestito. In merito a quest’ultimo aspetto, nel corso del 1995 la PBOC ha redatto un regolamento intitolato "Provvedimenti Generali sui Prestiti", che riguarda tutte le banche commerciali e le istituzioni finanziarie che possono concedere prestiti. L’obiettivo è quello di disciplinare il settore del credito, che manca di una regolamentazione specifica. Infatti in Cina le attività creditizie sono sempre state condotte sulla base di norme diverse stabilite dalle singole banche o NBFls. Il regolamento è entrato in vigore in agosto su base sperimentale e dovrebbe diventare pienamente effettivo nel 1996. Esso impone alle istituzioni finanziarie di formulare regole dettagliate per la concessione dei prestiti (scopo, oggetto, durata e tassi di interesse, diritti e responsabilità di creditori e garanti, controllo della qualità del credito)61.

Legge sulla Banca Centrale - Adottata il 18 marzo 1995, successivamente ad una "Decisione del Consiglio di Stato sulla riforma del settore bancario", è la prima legge bancaria della Cina dalla proclamazione della Repubblica Popolare, e la sua importanza è connessa a più fattori. Innanzitutto, la PBOC viene dotata di uno strumento giuridico essenziale per la formulazione e l’attuazione di una politica monetaria indipendente, il cui obiettivo principale è stato identificato nel mantenimento della stabilità della moneta per creare le condizioni che favoriscano una crescita economica sostenibile62. Il riferimento all’indipendenza politica della PBOC è da interpretare nel senso che la banca centrale sarà responsabile solo nei confronti del Consiglio di Stato63, e che quindi sarà libera da interferenze da parte dei dipartimenti finanziari64 e dei governi locali. Ai fini della politica monetaria, la banca centrale potrà ricorrere gradualmente e in maniera flessibile a strumenti di tipo indiretto e utilizzare in maniera sempre più marginale quelli tradizionali, cioè pianificazione del credito e del circolante. Con il progressivo abbandono dei controlli di tipo amministrativo sul credito, la banca centrale potrà muoversi da una politica di fissazione dei tassi di interesse ad una politica di guida dei tassi attraverso interventi nei mercati monetari emergenti. Le autorità prospettano che, nel tempo, le operazioni di mercato aperto diventeranno lo strumento primario della politica monetaria, a cominciare dall’uso di strumenti già disponibili, come i titoli della PBOC a breve termine65. Come primo passo, nel 1994 è stato istituito a Shanghai un centro per operazioni di mercato aperto e si stanno facendo preparativi per iniziare queste operazioni su base sperimentale in altre città. L’intenzione è quella di creare un mercato dei titoli unificato.
La legge bancaria non solo enfatizza il ruolo di supervisione e di controllo sul sistema bancario da parte della PBOC, ma disciplina anche il comportamento della stessa banca centrale, introducendo il divieto di concedere facilitazioni sugli scoperti delle istituzioni bancarie e di estendere i prestiti ai governi e ai dipartimenti locali66. A ciò si aggiunge il progetto di riorganizzare la sua rete di filiali lungo linee regionali, per rimpiazzare quelle esistenti in province e città piccole e grandi67. Lo scopo è duplice. Da un lato, questa costruzione aerodinamica di rafforzamento dell’apparato di supervisione della Banca del Popolo avrebbe di mira il potere di quei governanti locali che si oppongono alla sua indipendenza; dall’altro, rappresenta la base per la costruzione di un mercato dei prestiti interbancario nazionale, in modo da consentire lo scorrevole funzionamento del sistema di pagamento e di compensazione e migliorare la gestione del suo bilancio. Si è già posto termine alla competenza delle filiali locali della banca centrale di estendere il credito, ad eccezioni di operazioni di durata molto breve (con scadenze non superiori a sette giorni). Le loro responsabilità primarie includeranno la supervisione delle banche che rientrano nella loro giurisdizione, la raccolta di dati e l’attività di ricerca68.

La nuova legge sulle banche commerciali69 - L’inevitabile processo di commercializzazione delle istituzioni bancarie ha portato nel 1995 all’emanazione della "Legge della RPC sulle Banche Commerciali", entrata in vigore il 1° luglio. Si tratta di un testo fondamentale, in quanto rappresenta la prima esperienza cinese di una regolamentazione organica in materia. La portata rivoluzionaria del banking act cisembra tale da richiedere un’analisi dettagliata del contenuto.
Il principio ispiratore della legge è quello di mettere ordine nel settore bancario e di garantire una migliore protezione dei clienti. I punti essenziali della nuova normativa sono cinque: la costituzione delle banche, il rapporto attivo/passivo, la protezione dei depositanti, la politica dei prestiti, i rapporti con la Banca Centrale.

Costituzione e struttura - La legge prevede tre tipi di banche commerciali: le banche commerciali propriamente dette, le banche cooperative urbane e le banche cooperative agricole. La differenza risiede soprattutto nel minimo di capitale sociale richiesto per la loro creazione, che varia da 1 miliardo di yuan per le prime, a 100 milioni di yuan per le banche cooperative urbane, e ai 50 milioni di yuan per le banche cooperative agricole70. Viene fatto riferimento ad un’ulteriore categoria, rappresentata dalle banche commerciali a capitale interamente statale (le cosidette banche specializzate), sottratte all’osservanza dei requisiti imposti dalla legge per un periodo di tempo stabilito dal Consiglio di Stato71. Per queste ultime, è previsto un organismo aggiuntivo, cioè un comitato consultivo con funzioni di controllo, del quale fanno parte membri della PBOC (banca centrale) e di dipartimenti statali72. In merito alla forma societaria e alla redazione dello Statuto, la legge si richiama alla recente "Company Law"73: ciò farebbe dedurre che è possibile costituire una banca sotto forma di società a responsabilità limitata o società per azioni, e che quindi è aperta ai privati cittadini la possibilità di costituire una banca, purchè conformemente al secondo capitolo della legge bancaria. In ogni caso, l’acquisto di quote azionarie il cui valore superi il 10% del capitale totale, deve ricevere l’approvazione della Banca Centrale74. L’autorizzazione di quest’ultima è necessaria anche per l’apertura di filiali, sia in Cina che all’estero. Una norma importante è quella che impone che il capitale circolante complessivo di tutte le filiali non ecceda il 60% del capitale totale della sede centrale75. Sempre con riferimento alla struttura interna, per la prima volta vengono richiesti ai dirigenti requisiti di esperienza e correttezza. In particolare, è fatto divieto di assumere tali cariche a persone che hanno avuto responsabilità nel fallimento di aziende statali o private, o anche ad imprenditori che non hanno onorato debiti con le banche76.
Una questione rilevante ai fini della ristrutturazione del settore bancario riguarda l’obbligo imposto alle banche di separarsi totalmente da Trust and Investment Companies e società mobiliari ad esse affiliate. Non sono consentiti investimenti di alcun genere in istituzioni non bancarie e in imprese all’interno della RPC. Per gli investimenti effettuati precedentemente all’entrata in vigore della legge, occorre attenersi ai nuovi regolamenti emanati in materia dal Consiglio di Stato77.

Rapporto attivo/passivo - Il testo decreta chiare condizioni relativamente all’adeguatezza del capitale (non inferiore all’8%), al rapporto tra prestiti e depositi (non superiore al 75%), all’indice di liquidità (non inferiore al 25%). Inoltre la quota dei prestiti concessi ad un unico debitore non deve eccedere il 10% del capitale sociale.

Protezione della clientela – È richiamato il principio del segreto bancario, che nella pratica ha sempre trovato scarsa attuazione. In virtù di tale principio, le banche commerciali hanno il diritto di respingere qualsiasi richiesta di indagine relativa ai depositi, avanzata da istituzioni o singoli individui, tranne che nei casi previsti dalla legge78. In secondo luogo, si sottolinea il fatto che i rapporti tra banche e clienti devono essere impostati su un piano di uguaglianza. Le banche, pertanto, non possono più prorogare a proprio piacimento il versamento degli interessi sui depositi, o rifiutarsi di onorare i pagamenti dietro presentazione di effetti cambiari o di altri strumenti da parte della clientela79. È infatti abitudine di alcune banche commerciali quella di ritardare deliberatamente i pagamenti di qualche giorno, per disporre delle somme ai propri fini80.

Gestione del credito – Il cuore della legge riguarda la politica dei prestiti, un argomento che presenta notevoli innovazioni. Il principio guida dell’attività delle banche commerciali è la "gestione autonoma", che comporta la piena responsabilità civile per le obbligazioni delle banche nei limiti del loro capitale. Innanzitutto, vengono enunciati requisiti severi per la concessione dei prestiti, primo fra tutti, la chiara separazione tra il contratto di fido e l’erogazione del prestito81. È resa obbligatoria la forma scritta, la presentazione di garanzie da parte del cliente, e l’indicazione di tutti i termini del contratto. Inoltre, è espressamente vietato a qualsiasi individuo o entità obbligare una banca commerciale a concedere prestiti o garanzie82. Se le garanzie offerte dal cliente non sono sufficienti, la banca può rifiutare la concessione del prestito, così come può respingere ogni tentativo di intromissione da parte di organismi amministrativi. È fatta eccezione per le banche specializzate di Stato, che devono in ogni caso concedere i prestiti per i progetti speciali approvati dal Consiglio di Stato. Il Governo garantisce comunque adeguata compensazione alle banche di sua proprietà per le perdite conseguenti a tali operazioni di finanziamento.

Rapporti con la Banca Centrale – Tutte le operazioni condotte dalle banche commerciali così come i libri contabili, i depositi e la fissazione dei tassi di interesse, sono sottoposti al controllo e alla vigilanza della Banca Cinese del Popolo. La legge prevede anche una procedura di amministrazione controllata nel caso di grave crisi creditizia, lasciando il compito alla PBOC di determinarla e renderla pubblica caso per caso. Nell’evenienza che sia accertata l’insolvenza della banca, gli organismi giudiziari possono dichiarare il fallimento, in base alle procedure indicate nel Codice di Procedura Civile cinese. La gestione del periodo di liquidazione della banca è rimessa sempre alla PBOC.
9. Gli istituti speciali per lo sviluppo: nella riforma bancaria il nuovo esperimento della Cina
Il primo passo per la commercializzazione delle quattro banche specializzate ha riguardato il trasferimento ufficiale dei policy loans a tre nuove banche di Stato, nel 199483. Esse sono la Banca Cinese per lo Sviluppo Nazionale (SDBC), la Banca Cinese per le Esportazioni e le Importazioni (EIBC), la Banca Cinese per lo Sviluppo dell’Agricoltura (ADBC). Nei piani delle autorità monetarie, queste tre banche avrebbero dovuto gestire il nocciolo dei finanziamenti statali, consentendo alla PBOC di liberarsi dell’onere di dover soccorrere continuamente le banche specializzate. Tuttavia, sembra che tra quanto pianificato e la realtà vi sia una certa dissonanza. Da una lato, gli istituti speciali non dispongono di quote di capitale adeguate al proprio compito, dall’altro non esistono precise regole che pongono limiti all’ammontare di prestiti che esse possono richiedere alla Banca Centrale84.
State Development Bank of China (SDBC)
Istituita il 13 aprile 1994, la SDBC è la piu grande delle tre nuove banche di sviluppo e la prima del suo genere ad essere creata dal Consiglio di Stato. La SDBC è stata concepita con l’obiettivo di attribuirle progressivamente il controllo dei prestiti statali amministrati dalla PCBC (Banca delle Costruzioni) e le funzioni di 6 precedenti società di investimento subordinate alla Commissione di Pianificazione dello Stato. La sede centrale della SDBC è a Pechino. Attualmente non ci sono sportelli in altre città, poichè le operazioni a livello locale sono amministrate dalle filiali della PCBC.
La SDBC controlla 8 uffici per le operazioni di investimento nel settore delle costruzioni di base, e 5 uffici a competenza generale. I primi selezionano e valutano i progetti, e contrattano i termini del finanziamento; a ciascuno di essi corrisponde un determinato comparto dell’economia (carbone e petrolio, elettricità, trasporti, materie prime e semilavorati, costruzione di macchinari, illuminazione e industria tessile, agricoltura, forestazione, innovazione tecnica). Gli altri cinque uffici sono responsabili della raccolta e dell’approvvigionamento dei fondi. La banca dispone inoltre di uno speciale Consiglio di Sorveglianza composto da anziani funzionari ed esperti banchieri e da membri della Commissione di Pianificazione dello Stato, della Banca Centrale, del Ministero delle Finanze, del Ministero per il Commercio Estero e del Consiglio di Stato. Il Consiglio dei Sorveglianti ha la funzione di verificare che i flussi di credito giungano ai progetti che più necessitano di capitale, nel rispetto del piano di investimento, ma non deve interferire nelle decisioni della banca85. La SDBC ha adottato il principio della responsabilità del Presidente. I dirigenti della banca sono designati dal Consiglio di Stato.
I compiti della SDBC sono essenzialmente quattro:
a) raccogliere fondi per i progetti dello Stato,
b) fornire capitale al settore delle infrastrutture e dell’industria di base,
c) tenere sotto controllo la dimensione degli investimenti fissi a livello nazionale,
d) stabilire legami con le istituzioni finanziarie straniere e raccogliere fondi all’estero86.
Il finanziamento delle attività
Nel 1994 il Ministero delle Finanze ha fornito alla SDBC 10 miliardi di yuan, come prima parte di una somma che andrà a costituire il capitale sociale della banca nei prossimi quattro anni, pari a 50 miliardi di yuan ($6,02 mld).
La banca non accetta depositi dal pubblico. Oltre alle risorse proprie e agli stanziamenti di bilancio, la SDBC può raccogliere fondi attraverso i seguenti strumenti:
1. Emissione di titoli di debito a lunga scadenza indirizzati alle istituzioni finanziarie nazionali; la quota stabilita per il 1994 era di 65 miliardi di yuan.
2. Emissione di obbligazioni per la costruzione di base, indirizzate al pubblico (titoli garantiti dallo Stato).
3. Indebitamento estero: fondamentalmente, è lo Stato che stanzia a favore della SDBC fondi presi a prestito dai governi esteri e dalle organizzazioni internazionali. Anche la banca può emettere titoli sui mercati esteri e, con l’approvazione del Governo, può contrarre prestiti direttamente sul mercato internazionale dei capitali.
Tra le passività della SDBC vi è anche una quota di depositi della PBOC87. Dal momento che i prestiti concessi dalla SDBC sono gravati da tassi di interesse bassi e sovvenzionati, il Governo fornisce alla banca dei sussidi, per coprire la differenza tra il più alto costo della raccolta dei fondi attraverso l’emissione di obbligazioni e i più bassi proventi da interessi attivi derivanti dai prestiti. Nel 1994 il Governo ha stabilito di erogare tali sussidi per un totale oscillante tra 0,5-1,3 miliardi di yuan. Nello stesso anno il Tesoro (e quindi la Banca Centrale) ha fatto alla SDBC una concessione di 1,3 miliardi di yuan come sconto sull’indebitamento consolidato88. Infine, nei periodi di acuta scarsità di capitale liquido, la stessa Banca Centrale è tenuta a fornire alla SDBC prestiti d’emergenza. Il presidente della banca, Yao Zhenyan, ha sottolineato il fatto che, a parte il capitale sociale, la SDBC non riceve fondi dal Governo e non ha intenzione di chiedere prestiti alla PBOC. Ciò vorrebbe dire che la banca è responsabile delle decisioni relative agli impieghi e che può fare profitti89. A tal fine, l’abilità della SDBC consisterebbe nel decidere, per il singolo progetto, quale proporzione dei costi esso sarebbe in grado di rimborsare, e nel concedere finanziamenti che non eccedano tale cifra. A quel punto tocca al Governo sobbarcarsi la parte restante della spesa, attraverso una concessione di finanziamenti agevolata o del tutto esente da interessi.
La maggior parte dei fondi della SDBC proviene dal mercato domestico. La banca vende obbligazioni tipicamente con durata dai tre ai cinque anni alle banche commerciali cinesi, che possono utilizzare i loro titoli per garantire le quote di riserva. La SDBC ha però iniziato a portare la soglia delle scadenze delle passività oltre gli otto anni, in quanto un siffatto periodo di maturità meglio si concilia con la durata delle sue attività90. Nel 1994 ha emesso obbligazioni per un valore di 75,8 miliardi di yuan ($9 mld), delle quali il 57% sono state acquistate dalle quattro banche specializzate (soprattutto dalla ICBC e dalla PCBC), ed il restante 43% dalle altre banche e istituzioni finanziarie, tra cui anche uffici di deposito a risparmio e cooperative di credito urbane di Shanghai e Shenzhen. La comunità finanziaria cinese si attende che, nel tempo, la banca acquisisca un’importanza strategica nella costruzione di quel mercato obbligazionario nazionale di cui, nell’opinione di molti economisti, la Cina necessita per sostenere un’economia in rapida crescita.
Sul fronte dell’indebitamento estero, gli esiti dei primi test sul mercato internazionale sono stati positivi. Nel 1994 la SDBC ha stipulato un accordo con la Banca di Sviluppo della Corea per emettere insieme obbligazioni sul mercato internazionale91. Il 16 marzo 1995 la banca ha firmato il suo primo contratto di prestito con un consorzio finanziario internazionale costituito da 16 banche straniere, per l’ottenimento di un mutuo del valore di 50 milioni di dollari, con un margine di interesse di 3/8 punti percentuali sui tassi del mercato monetario92. Il prestito, che ha durata settennale con un periodo di proroga di due anni, è stato concluso attraverso l’intermediazione della Banca del Giappone e della Banca di Sviluppo della Corea. Il suo utilizzo, destinato alle province del Jiangxi e del Guandgong e a due regioni autonome (Mongolia Interna e Ningxia), prevede il finanziamento di progetti nel settore dei trasporti, dell’energia e delle materie prime93. Il presidente della SDBC sostiene che la banca è ben piazzata per raccogliere fondi all’estero per progetti come la Diga dalle Tre Gole, sul fiume Yangtze, grazie al suo alto rating internazionale, che consente di mantenere basso il costo dell’indebitamento. Per il progetto della Diga, la SDBC ha programmato di indebitarsi in valuta sia estera che nazionale, per ridurre il rischio di cambio94.
Ma la SDBC intende anche avviarsi gradualmente verso l’indebitamento obbligazionario internazionale.
Gli impieghi della SDBC
Punto di riferimento delle attività finanziarie della SDBC è la politica di sviluppo nazionale, che esige particolari sforzi in aiuto delle province dell’entroterra nella Cina occidentale. L’utilizzo dei fondi della SDBC è in sintonia con le seguenti linee guida:
1) La priorità è riservata agli investimenti riguardanti: a) progetti strategici dello Stato nel settore delle infrastrutture e in quello industriale (specialmente per le industrie di base) che mirino sia a mitigare gli ostacoli allo sviluppo dell’economia sia ad aumentare la competitività economica complessiva del Paese; b) innovazioni e trasformazioni tecnologiche nelle grandi imprese nazionali; c) progetti di sviluppo delle tecnologie avanzate. Il grado di priorità dei progetti è stabilito dalla SDBC insieme con la Commissione di Pianificazione dello Stato (SPC) ma, secondo quanto dichiarato dal presidente della banca, la SDBC avrebbe gran voce in capitolo nel decidere la durata dei prestiti, dopo gli studi di fattibilità dei progetti.
2) I prestiti sono classificati in prestiti soft hard. I primi, che definiamo prestiti leggeri, sono crediti preferenziali a lungo termine forniti alle imprese statali e all’Ente per lo Sviluppo degli Investimenti (Development Investment Corporation). Il DIC è subordinato alla gestione della SDBC ed ha la funzione di amministrare gli investimenti nelle aree strategiche del settore della costruzioni di capitale, in conformità con i piani nazionali di sviluppo. I prestiti leggeri sono finanziati essenzialmente con il capitale proprio della SDBC. I prestiti pesanti sono crediti forniti in conformità con il piano statale di investimento in attività fisse e con il piano creditizio. Essi sono principalmente usati per progetti stategici di tipo industriale e infrastrutturale. I fondi della SDBC provenienti dall’indebitamento estero costituiscono la principale fonte dei finanziamenti da destinare ai prestiti pesanti.
3) La SDBC effettua anche studi valutativi per razionalizzare la distribuzione della produzione industriale a livello nazionale. Le regioni dell’entroterra, specialmente nella parte occidentale e centrale del Paese, hanno la priorità rispetto alle regioni costiere.
4) la durata del prestito e i tassi di interesse variano a seconda del settore industriale

La politica creditizia

A proposito dei progetti che la SDBC si propone di finanziare, il presidente della banca ha dichiarato in un’intervista che rientrano nella competenza della banca i progetti che si collocano tra due categorie estreme: la prima comprende i progetti che hanno un alto valore sociale ma che devono essere finanziati dal Governo, in quanto non comportano alcun ritorno economico; la seconda categoria riguarda i progetti che producono profitto, e che quindi possono autofinanziarsi attraverso il mercato. Al fine del finanziamento dei progetti situati a livello intermedio, il ruolo della SDBC potrebbe assumere crescente importanza, dal momento che i fondi agevolati concessi dalle agenzie internazionali, come l’IDA e la Banca Mondiale, stanno diventando più scarsi95.
Nel 1994, la SDBC aveva pianificato di fornire 80 miliardi di yuan in prestiti per lo sviluppo delle infrastrutture, settore su cui si era focalizzata la politica creditizia della banca. Alla data della sua istituzione la SDBC si era già accollata 345 progetti di medie e grandi dimensioni, diventati 427 alla fine del 199496 e corrispondenti a prestiti per un valore complessivo di 81,8 - 82 miliardi di yuan. Essi includono la Diga dalle Tre Gole, la linea ferroviaria Pechino-Kowloon, alcune grandi centrali elettriche e la seconda fase del progetto per l’energia nucleare della Daya Bay, nel sud della Cina97. Per quanto riguarda la diga, un progetto di dimensioni gigantesche, la linea di credito sia per il 1994 che per il 1995 è stata di 3 miliardi di yuan (361,45 milioni di dollari). Dei prestiti complessivamente destinati al settore delle infrastrutture nel 1994, il 30% ha finanziato l’industria dell’elettricità, il 15% il settore carbonifero e il 14% la costruzione ferroviaria98. I prestiti per ciascuno dei settori automobilistico, siderurgico, petrolifero e dei minerali non-ferrosi hanno superato i 2 miliardi di yuan. Alla fine del novembre 1994, la quota dei progetti finanziati dalla SDBC sul totale dei progetti chiave dello Stato era dell’84%99. A fronte dell’ingente mole degli impieghi, nel 1994 la SDBC si è vista rimborsare solamente 100 milioni di yuan, una sottile proporzione del suo portafoglio prestiti complessivo, ma giustificata dal fatto che i prestiti sono generalmente a lunga scadenza100.
Nel 1995, la precedenza è toccata ai grandi progetti agricoli relativi a fertilizzanti e pesticidi, e ai progetti per la tutela ed il controllo delle risorse idriche. Nei primi otto mesi della sua attività, la SDBC aveva già fornito prestiti al settore agricolo per 6 miliardi di yuan (722,89 milioni di dollari) e per il 1995 si è parlato di un incremento del 20%101. Questi prestiti mirano anche ad aumentare la produzione annuale di grano del Paese, per portarla a 500 milioni di tonnellate entro il 2000102. Sempre nel 1995 la SDBC ha previsto di finanziare il rinnovamento dei macchinari delle imprese strategiche dello Stato, con un prestito di 5 miliardi di yuan.
Nel collaborare con il Governo per la battaglia contro l’inflazione, la SDBC si è impegnata ad operare uno stretto controllo sugli investimenti in attività fisse e a non estendere i prestiti oltre il massimale creditizio stabilito dalla Banca Centrale, in base a quella che è stata definita come la politica delle "tre restrizioni e tre garanzie"103.Le tre restrizioni sono: 1) stretto controllo sulla dimensione degli investimenti in attività fisse e sull’estensione dei prestiti, in linea con il piano statale e con il piano creditizio; 2) stretta selezione e controllo sui progetti di piccole dimensioni che non rientrano nei prestiti sussidiati dal governo; 3) stretto controllo sull’avvio di nuovi progetti. Le tre garanzie sono: a) garantire i progetti strategici, in modo che credito e finanziamenti siano destinati principalmente ad essi; b) garantire l’avvio della produzione e il completamento dei progetti, assicurando che quelli di medie e grandi dimensioni già realizzati possano velocemente trasformarsi in forze produttive; c) garantire la tempestiva erogazione dei finanziamenti concessi.

Export-Import Bank of China (EXIM-BANK)

La EIBC è nata nel luglio 1994 con il compito di gestire i prestiti con finalità politiche che tradizionalmente erano di competenza della BOC. La sua funzione è quella di assistere le istituzioni commerciali cinesi nel settore industriale e in quello degli scambi con l’estero, in conformità con le strategie dello Stato relative all’import-export. Attualmente la EIBC ha un capitale sociale di 3,4 miliardi di yuan forniti dal Ministero delle Finanze, ma i fondi governativi potranno gradualmente essere aumentati in linea con lo sviluppo delle attività della banca.
I canali per il finanziamento delle attività della EIBC includono:
1) emissione di obbligazioni finanziarie sia sul mercato nazionale che su quelli esteri104,
2) prestiti dalla Banca Centrale,
3) prestiti interbancari105,
4) prestiti erogati da istituzioni finanziarie estere106.
Struttura e organizzazione
La sede centrale della EIBC è a Pechino. In origine, nei piani della banca non era prevista l’apertura di filiali nelle altre città107. Notizie più recenti hanno invece annunciato che la banca stabilirà cinque filiali rispettivamente a Shanghai, Guangzhou, Dalian, Xian e Wuhan108. Inoltre, uffici operativi e uffici di rappresentanza saranno stabiliti nelle maggiori città, in base alle esigenze, non appena si espanderà l’area degli affari della banca. Tali uffici saranno responsabili dei lavori di investigazione, della formulazione di dati statistici e della sorveglianza sulle operazioni finanziarie. Attualmente i principali dipartimenti della EIBC includono: pianificazione dei finanziamenti, credito, affari internazionali, assicurazione, affari generali, finanza e contabilità, valutazione dei progetti e consulenza, gestione del personale, amministrazione109.
Al vertice dell’organizzazione della EIBC vi è un presidente e quattro vice-presidenti. L’organo direttivo è il Consiglio di Amministrazione, di cui fanno anche parte dirigenti con cariche ministeriali. Esso risulta composto da:
a) presidente, quattro vice-presidenti, direttore, e vicedirettore della EIBC;
b) vice-presidente della PBOC, vice-presidente della BOC, vice-ministro delle Finanze, vice-ministro della Commissione di Pianificazione dello Stato;
c) vice-ministro della Commissione delle Scienze, Tecnologia e Industria per la Difesa Nazionale, vice-ministro della Commissione dello Stato per l’Economia e il Commercio;
d) ministro dell’Industria Elettronica, vice-ministro dell’Industria per la Costruzione dei Macchinari110.
Politica creditizia della EIBC
Le esportazioni di macchinari, prodotti elettronici e serie complete di impianti e apparecchiature, che nel ‘93 ammontavano a 22,7 miliardi di dollari (ovvero un quarto della quota totale di esportazione della Cina nello stesso anno), costituiscono l’oggetto principale dell’assistenza fornita dalla EIBC. Nel 1994 le principali esportazioni sostenute dalla banca includevano satelliti, navi, aereomobili, elettronica di consumo, attrezzature per la lavorazione del ferro e per la costruzione delle strade. Le esportazioni hanno riguardato 17 Paesi e zone economiche, tra cui Stati Uniti, Norvegia e Giappone, ed hanno comportato entrate pari a 711 milioni di dollari111.
La sfera di azione della banca riguarda principalmente la fornitura di crediti all’importazione e all’esportazione, forme di assicurazione sui crediti e sui prestiti,project financing112 e garanzie creditizie. La EIBC realizza operazioni finanziarie sia a titolo personale che per conto di imprese, fornisce prestiti indicizzati al tasso di inflazione, e offre servizi bancari di carattere generale alla clientela. Inoltre la banca contribuisce alla realizzazione del controllo microeconomico: a tal fine esamina e seleziona rigorosamente i progetti, adotta un approccio prudenziale nella gestione dei fondi contro i rischi di variazione del tasso di cambio, garantisce la sicurezza e l’efficienza nell’utilizzo dei finanziamenti113.
Tra i prestiti erogati nella prima fase di attività della EIBC, erano inclusi il finanziamento del lancio del satellite APT n. 2 nel settore delle comunicazioni, che collega Hong Kong all’area del sud-est asiatico; esportazioni di navi da carico, per 70 mila tonnellate, in Norvegia, e l’esportazione di un aereo da addestramento in Pakistan. I prestiti necessari per questi tre progetti ammontavano a circa 500 milioni di yuan. In aggiunta, la banca ha erogato crediti all’esportazione per più di 60 progetti, del valore complessivo di 10 miliardi di yuan114.
Nel 1994 la EIBC ha fornito Y4,46 mld ($537 mil) in crediti all’esportazione di prodotti cinesi all’estero. Si prevede che la linea di credito per il 1995 sarà di quattro volte superiore a quella dell’anno precedente, con una crescita elevata della quota di capitale destinato alle esportazioni. La priorità è data alle imprese che esportano grandi macchinari o apparecchi elettronici ad alta diffusione, ad elevato ritorno economico e a basso rischio di insolvenza. Una parte degli sforzi della banca saranno orientati a finanziare l’esportazione di beni ad alto contenuto tecnologico e alto valore aggiunto. Nei piani di espansione della EIBC è prevista anche l’entrata in nuove aree d’affari, come il settore assicurativo e il credit backing115
Nel 1994, la EIBC aveva pianificato di emettere titoli per un valore oscillante tra 1 e 1,7 miliardi di yuan, destinati essenzialmente ad alimentare la quota di capitale liquido. In generale la durata dei titoli di debito della banca viene stabilita in linea con i tempi delle richieste di prestiti e con lo sviluppo economico. Nel 1994 non sono stati emessi titoli all’estero116..
Recentemente, la EIBC è stata autorizzata dal governo a gestire i prestiti concessi alla RPC da parte dei governi esteri. Questo fatto segna un nuovo modo per la Cina di gestire i prestiti ottenuti dai governi stranieri. Precedentemente, si trattava di una funzione di competenza del Ministero del Commercio Estero e della Cooperazione Economica. Il nuovo sistema è finalizzato a garantire un utilizzo efficiente dei fondi e piani di rimborso in linea con i termini stabiliti. Inoltre la EIBC dovrà rispondere delle passività dei dipartimenti e delle imprese domestiche che utilizzeranno i prestiti117. Essa ha suggerito che i debitori dovrebbero costituire un fondo di garanzia per il rimborso dei prestiti. Nel 1995 sono stati trasferiti alla EIBC circa 13 miliardi di dollari in prestiti governativi. I prestiti rientrano in un pacchetto di accordi che la RPC ha stipulato con Giappone, Germania, Finlandia, Australia, Danimarca, Norvegia, Kuwait e Olanda. La EIBC ha anche ottenuto un rifinanziamento di 710 milioni di dollari da parte di alcuni governi esteri, da destinare a 27 progetti.
Un altro compito della banca sarà la gestione dei prestiti di governo erogati dalla RPC ai Paesi esteri. La politica creditizia estera della Cina contribuirà ad alimentare la cooperazione con gli altri Paesi, aiutando l’esportazione di prodotti cinesi all’estero. La Cina ha erogato complessivamente prestiti governativi a più di 60 Paesi, la maggior parte in via di sviluppo. I prestiti ai PVS saranno di tipo preferenziale, ma il Governo ha anche deciso che non fornirà altri crediti esenti da interessi ai Paesi stranieri118.
Agriculture Development Bank of China (ADBC)
Dalla data della sua creazione, nel novembre 1994, la ADBC ha formalmente assunto la responsabilità delle operazioni creditizie sussidiate dal Governo che tradizionalmente erano di competenza della Banca dell’Agricoltura119. Sarebbe stata trasferita al nuovo istituto speciale anche la quota di credito rurale erogato a condizioni agevolate dalla PCBC e dalla ICBC. La ADBC non ha tra gli obiettivi principali quello di fare utili: i suoi compiti consistono nell’erogazione dei fondi del bilancio statale a tassi minimi, e nella promozione di un flusso razionale di finanziamenti agricoli. La funzione fondamentale della ADBC è di fornire più credito per l’acquisto di commodities, quali grano, cotone e olio. Tra le priorità della banca rientrano anche prestiti per il sostegno delle aree povere e per progetti agricoli di varia natura120.
La sede nazionale della banca è a Pechino. Nel gennaio 1995 è stata aperta una filiale a Hunan, in corrispondenza della filiale provinciale della ABC, che vi ha trasferito oltre il 75% delle sue operazioni. La sede di Hunan è stata concepita per promuovere lo sviluppo dell’economia rurale in tutta la provincia121. Una seconda filiale è stata aperta il 21 aprile 1995 a Hangzhou, capoluogo della provincia dello Zhejiang.
Risorse e impieghi
Attualmente le fonti di finanziamento delle attività della ADBC si limitano agli stanziamenti della Banca Centrale e ai fondi provenienti dal bilancio statale. A differenza della SDBC e della EIBC, la Banca per lo Sviluppo dell’Agricoltura potrebbe, in futuro, essere autorizzata ad accettare depositi dal pubblico122. Altre probabili fonti per la raccolta del capitale saranno costituite dall’emissione di titoli obbligazionari.
La maggiore sfera di azione della ADBC riguarda:
1. prestiti a sostegno dei dipartimenti dello Stato per l’accumulazione delle riserve di generi alimentari, cotone, olio commestibile, carne, zucchero, tabacco e lana. Essi sono finanziati attraverso i fondi concessi dalla Banca Centrale. Per tali prestiti sono previsti anche stanziamenti provenienti dal bilancio statale, nella forma di sussidi finalizzati a mantenere basso il livello dei tassi di interesse attivi;
2. prestiti per sostenere acquisto, distribuzione e lavorazione di prodotti agricoli, olio commestibile e cotone;
3. finanziamento di progetti di valore inferiore ai 30 milioni di yuan, per la costruzione di infrastrutture minori e per lo sviluppo tecnologico di determinate aree in campo rurale, quali silvicoltura, allevamento e manutenzione delle risorse idriche;
4. finanziamento di progetti finalizzati ad alleviare la povertà ed al sostegno dello sviluppo economico nelle regioni povere e marginali, utilizzando i fondi stanziati dalla Banca Centrale;
5. funzione di intermediazione per il trasferimento dei fondi di bilancio del governo centrale e provinciale a sostegno dell’agricoltura; gestione di conti speciali relativi ai fondi destinati dallo Stato ad alimentare le riserve alimentari dei governi locali.

10. Problematiche connesse al sistema dei diritti di proprietà 123,

Modello teorico
Nel sistema cinese ad economia pianificata anteriore al periodo di riforma, le pressioni cui erano sottoposte le imprese affinchè operassero in attivo erano praticamente inesistenti. Parallelamente, la mancata copertura delle perdite non comportava alcuna penalizzazione. In tale contesto, le imprese hanno operato sotto condizioni di soft budget constraint. Le caratteristiche di un siffatto modello di comportamento sono l’insaziabile domanda di input, sia reali che finanziari, ed una risposta molto lenta ai mutamenti nei prezzi relativi. Il modello di Kornai (1986) per l’analisi delle economie socialiste, ripreso da Bowles e White (1989, 1993), ci sembra particolarmente utile per la valutazione delle riforme economiche della Cina, in particolare con riferimento alle relazioni che intercorrono tra sistema bancario e imprese di Stato. Il fenomeno del soft budget constraint, che consente alle imprese di continuare ad operare nonostante le perdite e l’elevato grado di inefficienza, si manifesta in modi diversi. Kornai focalizza l’attenzione su negoziabilità dei carichi fiscali, delle sovvenzioni, delle spese amministrative e sul credito "facile". Ai nostri fini, sono rilevanti gli aspetti legati all’allocazione del credito. Ci proponiamo di verificare in quale misura i mutamenti istituzionali intercorsi nel sistema bancario hanno indotto un mutamento nei comportamenti di banche e imprese. In altri termini, ci chiediamo se, nel corso degli ultimi quindici anni, le banche abbiano assunto un atteggiamento più discriminatorio nelle loro concessioni di finanziamento, e in che misura ciò abbia influito sulla domanda di input finanziari da parte delle imprese.

La relazione tra banche e imprese nella pratica

Posto che l’intenzione del policy-maker alla base della riforma bancaria fosse quella di irrigidire le limitazioni alla concessione del credito alle imprese, attraverso l’incremento dell’autonomia e dell’orientamento commerciale delle banche, alla luce dei fatti si ritiene che l’obiettivo non è ancora stato raggiunto. Al contrario, le banche si sono servite dei maggiori poteri per espandere il volume complessivo dei prestiti. Tale tendenza ha conferito un carattere di stop and go all’andamento dell’economia.
In secondo luogo, l’evidenza sulle pratiche di finanziamento delle banche volge a sostegno della tesi secondo cui esse non sono diventate significativamente più discriminatorie nell’allocazione del credito. Fino ad oggi, si può dire che sono rari i casi di imprese liquidate o andate in fallimento. La Legge sul Fallimento entrata in vigore nel 1986, non ha mai rappresentato una seria minaccia per i gestori delle imprese124. Secondo i dati ufficiali, dal 1986, sarebbero state dichiarate fallimentari poco più di 2.000 imprese.
Allo stato attuale, il principale problema delle banche di Stato ha a che fare con l’obbligo di fornire credito a circa 72.000 imprese statali (State-Owned Enterprises, SOEs), ovvero a quello che rimane del precedente sistema ad economia pianificata. Mentre le nuove imprese private o collettive proliferavano in Cina nei trascorsi 10-15 anni, guidando il processo di modernizzazione industriale, molte delle imprese statali hanno risentito solo lievemente degli effetti negativi della riforma, proprio grazie al sostegno delle banche. Fonti ufficiali hanno dichiarato che nel 1994, circa il 40% delle imprese di Stato registrava perdite di bilancio. Il dato configura un miglioramento rispetto al 60% del 1993125, ma in questo caso è legittimo dubitare delle cifre dichiarate. L’aspetto interessante è che la moneta tende a muoversi dalle banche verso le imprese in grandi quantità, ma difficilmente torna indietro. Può anche capitare che i debiti vengano estinti de iure. Non di secondaria importanza è il fatto che alle SOEs fa capo oltre il 60% dell’investimento in attività fisse della Cina, nonostante la loro quota sulla produzione industriale lorda sia caduta da 2/3 nel 1985 a poco più di 2/5 nel 1995. La quasi totalità degli investimenti è finanziata dal credito delle banche. Si ritiene che parte dei fondi vengano deviati verso altri scopi, quali il finanziamento delle scorte o l’erogazione di buoni ai lavoratori, oltre che verso le attività speculative.
Le stime ufficiali indicano che il 30-40% del portafoglio prestiti complessivo delle banche sia costituito da voci in sofferenza. Dall’altra parte, le banche devono incrementare il volume dei prestiti per aiutare le imprese a coprire i propri debiti non pagati. È risaputo che quando le imprese di proprietà dello Stato si scontrano con questo genere di problemi, interviene direttamente l’autorità monetaria, nella persona della Banca Cinese del Popolo. Gli interventi della banca centrale si concretizzano essenzialmente nella estensione di ampi quantitativi di credito alle banche. In altri termini, la PBOC non fa altro che utilizzare uno dei due strumenti alla base della politica monetaria cinese. L’altro strumento consiste nella stampa di moneta. In un certo senso, la banca centrale è obbligata ad agire in tal modo, in quanto subordinata alle direttive del Consiglio di Stato. Si ritiene che l’istituto monetario abbia fornito crediti alle banche statali ogni anno, per una quota che si aggira attorno al 3-4% del PIL126.
Quando le banche hanno difficoltà ad estendere i prestiti, le imprese si indebitano tra di loro: nel 1994, i debiti tra le imprese di Stato sono aumentati del 74%, raggiungendo il livello di 600 miliardi di yuan ($70 mld), equivalenti a circa il 30% dell’output del settore industriale. È questo il fenomeno più noto come triangulardebt, espressione che indica l’esistenza di una catena di debito che lega tra loro imprese diverse che si fanno credito a vicenda.

I rischi di gestione

La critica maggiore che gli osservatori internazionali rivolgono alla Cina riguarda la rapidità e la parallela superficialità con cui il governo ha condotto la riforma bancaria. Si ritiene comunemente, che i cambiamenti riguardino solo l’aspetto istituzionale e la creazione di nuove strutture normative. Al contrario, la riforma non avrebbe intaccato quelli che sono considerati i fattori fondamentali per apprezzarne o meno il successo, e cioè l’andamento delle variabili di rischio. Ai fini della valutazione della performance delle banche cinesi, assumono particolare rilevanza i seguenti elementi:
a) sottocapitalizzazione del sistema bancario nel suo complesso : secondo i parametri di solvibilità fissati dalla PBOC nella Legge sulle Banche Commerciali, che rispettano gli standards internazionali, l’indice di adeguamento del capitale (dato dal rapporto tra capitale sociale più riserve e totale attivo) dovrebbe essere pari all’8%. Nella pratica, i dati del 1994 indicano che esso oscilla da un minimo del 2,8% per la PC13C, ad un massimo del 5,5% per la BOCOM. Bisogna precisare, però, che gli indici aggiustati tenendo conto dei fattori di rischio, mostrano percentuali più alte: si passa dal 4,3% della PCBC al 8,8% per la BOCOM. Il livello basso degli indici spiega il motivo per cui le banche di Stato necessitano continuamente dei finanziamenti della banca centrale. I dati elaborati dal Gruppo WI CARR Indosuez di HK rilevano che nel 1994, la banca più indebitata con l’istituto centrale era la PC13C, con una quota di debito pari all’11,13% del totale passivo. La percentuale della ICBC era del 10,63%, mentre per la ABC era del 6,76%.
b) sofferenze e bad loans : in merito a tale argomento, non sono disponibili statistiche ufficiali. I motivi di ciò sono vari: innanzitutto, non esiste una univoca definizione sul concetto di sofferenze bancarie nel caso cinese; per i bad loans, in genere si ritiene che si tratti dei prestiti sui quali non sono stati pagati interessi da oltre tre anni. Secondo, anche ammesso che esista una definizione, le banche cinesi sono sufficientemente flessibili da riuscire a coprire il problema sia allungando il periodo di maturità, sia capitalizzando sugli interessi non pagati. Rientrano nel problema, tanto il fenomeno del triangolar debt quanto tutti gli aspetti connessi al rapporto di consociativismo che intercorre tra banche, imprese e governi locali, di cui abbiamo ampliamente discusso nei capitoli primo e secondo. La situazione risulta peggiorata dalla diffusione dei fenomeni di moral hazard. A questo proposito, l’assenza dell’obbligo di presentare garanzie collaterali ha privato le banche di qualsiasi tipo di tutela. Anche le contrattazioni private dei dirigenti delle banche con alcuni imprenditori, il più delle volte ha vanificato i tentativi di penalizzare i comportamenti meno ortodossi;
c) performance reddituale negativa e utili esigui : sebbene per il 1995 non siano ancora disponibili dati ufficiali sugli utili, sappiamo che il Centro di Ricerca per lo Sviluppo del Consiglio di Stato ha confermato in un rapporto che per la prima metà dell’anno corrente, tre su quattro delle banche specializzate hanno registrato perdite relativamente all’utile lordo di gestione. Un’osservazione da fare sugli utili è che questi risultano gonfiati a causa della estinzione dei bad debt. Un’ulteriore causa di "svuotamento" è rappresentata dal fatto che le banche devono pagare allo Stato elevate somme fiscali sul reddito, sulla base degli utili inflazionati. Infine, occorre considerare che il tasso di remunerazione del capitale proprio deve essere aggiustato tenendo conto dell’inflazione. Nel 1994, a fronte di quote del 25,75% per la BOCOM e del 14,8% per la BOC, l’indice dei prezzi aveva subito una variazione del 24,2%.
A questo punto, verrebbe spontaneo chiedersi se sia lecito pensare all’eventualità di una crisi bancaria in Cina. Fino ad oggi, i sintomi di una situazione del genere non si sono manifestati. Per il breve e medio periodo, occorrerà far riferimento a due fattori fondamentali: la stabilità macroeconomica e il processo di ristrutturazione delle banche di Stato.

MONDO CINESE N. 091, MAGGIO-AGOSTO 1996
Note
1 Le banche commerciali, sebbene rappresentino una componente ancora debole del settore bancario cinese, stanno gradualmente accrescendo il proprio peso, come dimostrato dal rapporto fra i prestiti delle banche specializzate e i prestiti bancari complessivi: alla fine del 1994 tale rapporto corrispondeva al 65,7%, con un decremento del 10% rispetto al 1993 (si veda Goldie-Scot, agosto 1995, in The Banker).  
2Le innumerevoli dichiarazioni rilasciate dalle autorità governative cinesi, nonchè le notizie che ci sono pervenute quotidianamente attraverso la stampa locale ed estera negli ultimi tre anni, sono sufficienti per rendersi conto dell’effettiva tendenza in atto di adeguamento del sistema bancario alle esigenze del market-socialism. 
(SWB 6/12/94, First private bank to be estabtished, Xinhua news agency - Pechino - 3/12/94). La banca avrebbe avuto un numero limitato di azionisti, appartenenti al settore privato della Federazione dell’Industria e del Commercio, ciascuno dei quali con quota azionaria non superiore al 5% del capitale complessivo. Si aggiungeva inoltre che il regolamento sulla gestione della Minsheng Bank sarebbe stato ratificato dalla banca centrale. 
4 China Economic News n. 23, 19/06/1995: "China Minsheng Bank gets green tight to come"; China Economic Review, apr. 1995.  
5 Ciò la porrebbe in linea con la maggior parte delle altre banche commerciali minori (eccetto la BOCOM), il cui capitale sociale si aggira attorno ai 2,5-3 miliardi di yuan (si veda §2.3, Dimensione del settore bancario).  
6 SWB, 13/12/95, WG/9. 
7 Gli analisti delle principali testate internazionali (Financial Times The Economist, per fare un esempio) si distinguono per la critica particolarmente sadica nei confronti della situazione finanziaria cinese. Noi non sottovalutiamo i gravi problemi che le banche cinesi devono fronteggiare. Tuttavia, come ha fatto notare un banchiere di Pechino,"you cani turn unthinking bureaucrats ínto bankers just passing a few laws. [The top guys ] bave got the big picture and they are working their way through to the detail" (in The Banker, aug. 1995). 
8 Yi (1994). 
9 Yi (1994). 
10 Art. 11 della Legge sulla banca centrale.  
11 SWB 22/06/95.  
12 Chen Yuan, vice-governatore della banca centrale, ha ammesso che le banche cinesi hanno problemi con la gestione del credito per ragioni storiche. Le sofferenze rappresentano infatti il fulcro della questione, che, secondo lo stesso Chen, ammonterebbero al 20% dei prestiti complessivi del sistema bancario (SWB 22/06/95). Alla fine del 1994 i debiti non pagati sarebbero saliti a 3.934 miliardi di yuan (SWB 8/3/1995).  
13 The Banker, luglio 1995.  
14 Beijing review, maggio 1994. La SDB, la EIBC e la ADB sono state istituite rispettivamente ad aprile, luglio, novembre 1994 (China Briefing nov. 1994).  
15 Nel 1994 il processo di creazione di moneta ha portato l’inflazione al 27%, il livello più alto dal 1949. I fattori sono stati molteplici, ma comunque tutti legati al sistema di pianificazione dell’economia: a) sussidi al settore pubblico per 40 mld di yuan; b) prestiti bancari: superando l’annunciato congelamento del credito, le banche statali hanno concesso più di 200 mld di yuan in nuovi prestiti alle imprese in perdita c) debito triangolare: espansione del credito intra-corporativo che ha raggiunto i 600 mld di yuan (Far Eastern Ec. Review 23/2/95)  
16 Secondo quanto riportato da Beijing Review (may 2-8 1994), le RCCs sarebbero 59 mila. Secondo China Economic Digest, primavera 1995, le RCCs sono 53 mila e le UCCs sono oltre 5 mila.  
17 Pechino, Tianjin, Shanghai, Shenzen, Shijiazhuang (SWB 7/06/95). 
18 SWB 7/06/95.  
19 China Economic News 23/08/1993; Financial Times 7/11/93; FMI nov. 1993.   
20 La Hainan Development Bank è stata creata nell’agosto 1995 (China Daily 19/08/95).  
21 (China Economic News 28/11/94; China Trade Report sett. 1995, Far Eastern Economic Review 24/08/95).  
22  L’istituzione della CICC è stata approvata prima che la banca centrale introducesse le nuove regole che vietano alle banche commerciali di effettuare operazioni mobiliari. Oltre a poter sottoscrivere tutti i tipi di azioni, incluse le azioni di tipo A (un mercato chiuso agli investitori esteri), la CICC può gestire fondi in Rmb e in valuta estera, può effettuare investimenti diretti, e persino operare sul mercato interbancario (China Trade Report, sett. 1995). 
23 China Daily 12/08/95. 
24 L’ammontare minimo di capitale sociale stabilito dal regolamento per una banca estera o una joint ventures bank è di 300 milioni di renminbi. Per il testo della legge, si veda China Law and Practice, 16 may 1994. 
25 The Banker luglio 1995.  
26 Tianjin Dalia, Qingdao, Shanghai, Nanjing, Ningbo, Fuzhou, Xiamen, Guangzhou, Shenzen, Shantou, Zhuhai, Haikou e Wuhan (capoluogo della provincia centrale di Hubei, promossa al rango di "città finanziaria aperta" nel marzo 1995). [Xinhua New Agency, 15/03/1995]. 
27 Per alcuni dati quantitativi, si veda Beijing Review may 2-8 1994. 
28 China Daily, 13/07/95. 
29 FMI, nov. 1994 (situazione a fine 1992). 
30 FMI, nov. 1994 (situazione a fine 1992).  
31 Business Weekly, 11\06\95. 
32 Almanac of China’s Finance and Banking, 1993 (situazione a fine 1992). 
33 Le azioni in Cina sono di tre tipi: 1) tipo A, denominate in RMB e vendute asclusivamente agli investitori nazionali; 2) tipo B, azioni speciali denominate in RMB e acquistabili solo da investitori stranieri con valuta estera; 3) tipo H, quotate sui mercati esteri e denominate in valutà estera. La Cina sta considerando di concedere l’acquisto di azioni di tipo A agli stranieri e di tipo B agli investitori nazionali (Chen Bo-Chih, may 1995). 
34 Fonti: Statistical Yearbook of China 1994, Holz (1992), Yi (1994), FMI (nov. 1994).  
35 Rapporto calcolato su una popolazione di 1,185.17 miliardi (fine 1993). In Italia il rapporto tra il numero di unità locali coinvolte nel settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria e popolazione totale è di circa 8 sportelli su 10.000 abitanti (elaborazione su dati ISTAT - L’Italia delle imprese e delle istituzioni,luglio 1995).  
36 Holz (1992).  
37 Statistical Yearbook of China 1994.  
38 Bortolani e Santorum (1983).  
39 Al momento non disponiamo di dati ufficiali per il 1994-1995.  
40 Alla fine del 1993 la forza lavoro impiegata in Cina era di 600 milioni 220 mila unità (Statistical Yearbook of China 1994). In Italia il rapporto tra addetti del settore creditizio-assicurativo e popolazione occupata è di quasi il 3,2% (percentuale calcolata su dati ISTAT, ibid).  
41 China Economic News, n. 11, 20/03/95.  
42 Nella classifica eseguita da Institutional Investor (agosto 1995) sulle banche più grandi del mondo, la ICBC, la BOC, la PCBC figurano rispettivamente al 19°, 36° e 72° posto con riferimento a capitale sociale più riserve. Se invece prendiamo come termine di paragone gli utili prima delle imposte, la BOC si colloca al 10° posto, seguita dalla ICBC al 21°, dalla ABC al 40° e dalla PCBC al 57°. Infine, con riguardo al totale di attività, la ICBC compare al 14°, la BOC al 19°, la PCBC e la ABC rispettivamente al 41° e al 42°. Nessuna delle quattro grandi banche di Stato è presente invece nella graduatoria delle prime 100 banche relativa all’indice di liquidità. L’ordine di graduatoria cambia notevolmente se limitiamo l’analisi alla sola area del Sud-Est-Asiatico: con riferimento al capitale più le riserve, troviamo infatti che le banche specializzate cinesi si collocano tutte tra le prime dieci banche più grandi dell’area: la ICBC al 1° posto, la BOC al 2°, la PCBC al 6° e la ABC all’8°, alle quali si aggiunge la BOCOM, al 19° posto. Occorre però precisare che i bilanci delle banche cinesi su cui si è basata la classifica sono aggiornati al 31/12/93 (tranne che per la BOC, al 31\12\94). Pertanto, non tenendo conto delle enormi variazioni positive registrate nell’ultimo anno, potrebbero sottostimare la posizione attuale.  
43 China Daily 13/08/95.  
44 Goldie-Scot, The Banker, aug. 1995.  
45 II motivo della retrocessione risiede, oltre che nell’incertezza relativa al successo delle riforme, anche nella decisione del Governo di trasformare le banche specializzate da entità politiche in banche commerciali. Nell’opinione della società di rating statunitense, ciò significherebbe che, se le banche dovessero sperimentare problemi finanziari, non sarebbe più garantito l’intervento di salvataggio da parte del Governo. Di parere differente sono le banche direttamente interessate, le quali ritengono che il Governo continuerà a sostenerle, in quanto lo imporrebbe la loro condizione di banche commerciali di proprietà dello Stato (China Economic Review, maggio 1995).  
46 Il primo mercato dei prestiti interbancari è stato aperto a Shanghai nel 1986. Nel 1993, sono state creati due nuovi mercati a Huaxin, nella provincia di Henan (China Daily, 01/08/95). Secondo le statistiche fornite dal Centro di Prestiti Interbancari di Shanghai, l’aggregato dei prestiti interbancari effettuati a Shanghai nel luglio 1995 ha raggiunto quota 104 mld di yuan ($12,53 mld), con un incremento del 96% rispetto al 1994. Circa il 40% del volume riguarda prestiti a breve termine con maturità di un mese, un fattore che secondo gli analisti ha contribuito alla crescita degli ultimi mesi. Il 50% della moneta prestata attraverso il centro fluisce verso le istituzioni finanziarie di Shanghai. Carente risulta l’offerta di fondi a medio e lungo termine. Tra marzo e giugno 1995, il centro di Shanghai ha alzato il tasso di interesse interbancario ben quattro volte, in media dello 0,09%, per tentare di alleviare le pressioni della domanda di capitale. Un ulteriore rialzo dello 0,015% era atteso dopo il 1° luglio. I tassi di interesse non possono comunque superare la soglia imposta dalla PBOC. L’accentuazione della scarsità di fondi a maggio, è stata causata soprattutto dal ritiro, da parte della banca centrale, dei prestiti per il rifinanziamento delle banche commerciali, e dalla crescita della sottoscrizione di obbligazioni (China Daily 12/06/95).  
47 Fonti: Almanac of China’s Finance and Banking, 1993; China Economic News n. 8, 27/02/95, International Financial Statistics, march 1995.  
48 "Commento sulla riforma della struttura macroeconomica del 1994" da Liaowang, Pechino, in SWB 7/01/95.  
49 Zhou Xiaochuan e Zhu Li (1987); Guobo Huang (1994).
Utilizziamo il termine "banca commerciale", quale sinonimo di banca di deposito, nell’accezione occidentale di istituzione finanziaria che, nell’adempiere la funzione di intermediazione, fornisce all’economia un 
asset, detto deposito a vista (demand deposit) le cui caratteristiche - liquidità, convertibilità, dividibilità - lo rendono equivalente alla cassa. Questa definizione può essere applicata alla Cina solo a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, cioè da quando anche i depositi a vista delle imprese hanno potuto essere utilizzati da queste ultime come moneta (Word Bank, 1988).  
50 Guobo Huang (1994).  
51 Un sondaggio del 1986, effettuato su un campione di filiali bancarie in alcune città su base sperimentale, alle quali era stato chiesto quale fosse l’obiettivo più importante della propria gestione sotto il sistema monetario vigente, ha rivelato che 1) al primo posto della graduatoria vi è l’obiettivo di attrarre il maggior quantitativo possibile di depositi: ciò consente di estendere la sfera dei prestiti e quindi di accrescere la propria autorità; 2) gli obiettivi di politica monetaria, dettati dalla banca centrale o dagli uffici bancari di livello superiore, hanno una priorità solo secondaria (ricordiamo che essi includono il rispetto del piano creditizio, il controllo sul circolante, il compito di esortare le imprese a migliorare la propria performance economica e finanziaria); 3) non è nell’interesse della banche fornire moneta alle imprese - sebbene siano indotte a farlo dai governi locali. I risultati di questo sondaggio (che, anche se non recente, è uno dei pochissimi esemplari disponibili in questo campo) sono confermati da quanto riportato da altre fonti (Holz, 1992, p.112-113).
52 In base alle regole stabilite dal Governo e dalla banca centrale, le imprese non possono trattenere circolante oltre un certo limite. Inoltre devono ritirare salari e premi da un fondo per il lavoro, costituito a tale scopo presso le banche, per un ammontare approvato dalle autorità (Guobo Huang). Le entrate nette delle imprese devono essere suddivise tra un fondo premi, un fondo per l’assistenza, un fondo per l’assicurazione sul lavoro e un fondo per la produzione, senza poter effettuare trasferimenti. Sia gli impiegati che i managers delle imprese sono più orientati all’ottenimento di fondi assistenziali piuttosto che verso l’accumulazione del capitale (Zhou e Zhu).  
53 Solo di recente le autorità monetarie hanno accennato alla possibilità per le banche specializzate di fare profitti, nonchè di ricorrere, seppure sporadicamente, al mercato dei capitali. Il motivo di questo cambiamento di rotta risiede essenzialmente nella situazione di sottocapitalizzazione in cui si trovano le banche di Stato. Naturalmente, le banche non potranno utilizzare i tassi di interesse per aumentare gli utili, dal momento che il regime dei tassi è imposto dalla PBOC, la quale consente di applicare sui prestiti un tasso medio del 10,98%, contro un tasso di inflazione che nel 1994 si aggirava attorno al 24%. Un effetto della politica dei tassi di interesse è stato lo sviluppo di un fiorente mercato nero dei prestiti, in cui le imprese di Stato si indebitano con le banche al tasso ufficiale, per poi finanziare a loro volta altre imprese a tassi del 25% e oltre (Goldie-Scot, aug. 1995, in The Banker).  
54 Guobo Huang (1994).  
55 Questo aspetto è chiaramente disciplinato nella nuova legge sulle banche commerciali. L’articolo 48 stabilisce infatti che imprese e istituzioni possono scegliere liberamente la banca commerciale in cui aprire un proprio conto da utilizzare per i trasferimenti giornalieri di moneta, accreditamenti e addebitamenti, ma non possono aprire più di un conto per lo stesso genere di operazioni. Inoltre, è vietato a chiunque aprire un conto privato in cui depositare i fondi di un’unità produttiva ("No unit or individual is allowed to open a private account for the deposits of the funds of a unit").  
56 È stato stimato dalla Banca Mondiale che le perdite finanziarie delle imprese di Stato, che producono il 43% del valore lordo della produzione industriale (contro una quota del 78% nel 1978) e che danno lavoro a 110 milioni di cinesi, oscillano tra il 2,4% e il 5% del PIL su base annua, e che nel 1993 i sussidi implicitamente forniti dal sistema bancario hanno raggiunto un livello del 6% del PIL (World Bank Discussion Papers 283, 1995).  
57 Le istituzioni in causa includevano un centro finanziario affiliato alla Banca Centrale nella provincia di Henan e due filiali della ICBC, rispettivamente nella città di Dongguang e nella regione autonoma del Guanxi (SWB 22/03/95).  
58 Approvata a maggio 1995, è entrata in vigore il 1° luglio 1995.  
59 Approvata il 10 maggio 1995.  
60 Cioè "la cui emissione, girata, accettazione, garanzia o pagamento avvengono sia all’interno che fuori del territorio cinese" (art. 95).  
61 China Daily, 13/08/95.  
62 (Art.3). Il cambiamento fondamentale apportato dalla legge bancaria riguarda proprio l’obiettivo della politica monetaria della banca centrale, che sposta la priorità dall’assistenza allo sviluppo economico al mantenimento della stabilità della moneta con cui promuovere lo sviluppo (SWB 16/03/95).  
63 Attualmente la PBOC è ancora dipendente dalle decisioni del governo centrale. A livello istituzionale è infatti il dipartimento, sottoposto al controllo del Consiglio di Stato, cui fa capo il settore bancario. Tale ruolo di subordinazione è più volte ribadito nella Legge sulla Banca Centrale.  
64 (Art.7). In merito al finanziamento diretto del deficit statale da parte della banca, questione che avrebbe dovuto rappresentare un elemento chiave della legge, l’art. 24 stabilisce che la PBOC può emettere titoli di debito pubblico presso le banche. In un’articolo del Beijing Review (Maggio 1994) si afferma che dal 1994 il Ministero delle Finanze ha cessato di indebitarsi presso la banca centrale e che pertanto il deficit di bilancio verrà colmato non più attraverso i prestiti dal settore bancario nè con la stampa di moneta, ma con l’emissione di titoli di debito pubblico.  
65 Nel 1993 titoli a breve della PBOC per un valore complessivo di 20 miliardi di Yuan sono stati emessi attraverso il mercato interbancario e le istituzioni finanziarie in certe zone del Paese nel tentativo di rastrellare l’eccesso di liquidità (IMF nov. 1994).  
66 (Art. 29). Il Financial Time fa notare come una debolezza della legge della banca centrale sia l’assenza di provvedimenti per l’adeguata supervisione delle istituzioni finanziarie non bancarie, come le compagnie di credito e di investimento, alcune delle quali sono derivazioni delle banche stesse (Fin. Times, 7/11/94).  
67 Attualmente la PBOC impiega 170 mila persone in circa 2.500 filiali e sottofiliali sparse in tutto il Paese (Fin. Times 7/11/94). 
68 IMF nov. 1994.  
69 La nostra analisi utilizza in parte un commento sulla legge effettuato dallo studio legale Birindelli Castellani & Associati (Pechino), il cui elaborato ci è stato gentilmente concesso dalla Banca Commerciale Italiana.  
70 (Art. 13).  
71 Per tutte le banche commerciali esistenti prima dell’entrata in vigore della legge, e che non sono in regola con quanto stabilito dalla stessa, è concessa un periodo di proroga, a discrezione del Consiglio di Stato, durante il quale potranno continuare ad operare sotto la forma originaria (art. 17).  
72 (Art.18).  
73 (Art. 12).  
74 (Art. 28).  
75 (Art. 19).  
76 (Art. 27).  
77 (Art. 43). Recentemente, il Consiglio di Stato ha emesso un’ordinanza che impone alle quattro banche specializzate dello Stato di separarsi totalmente dalle operazioni condotte dalle TICs loro affiliate. La separazione riguarda scritture contabili, attività, personale impiegato, amministrazione. La ICBC e la PCBC adotteranno il nuovo sistema inizialmente a Pechino, Shanghai e Tianjin. L’ordinanza impone anche che parole come bank banking non potranno più essere usate nei nomi delle istituzioni non bancarie (China Daily 04/08/95).  
78 (Art. 29).  
79 (Art. 73).  
80 Business Weekly, 16/07/95.  
81 (Art. 35).  
82 (Art. 41).  
83 Nessuna delle fonti di cui disponiamo fa riferimento esplicito all’eventualità che, oltre alle funzioni politiche, siano state trasferite anche le relative sofferenze connesse alla precedente gestione, e in quale misura ciò sia avvenuto.  
84 The Economist, 9/09/95.  
85 Beijing Review 25/04/94, China Economic News 3/04/95. 86) .  
86 China Economic News, 3/04/95.  
87 FMI, nov. 1994.  
88 Beijing Review 25/04/94.  
89 Financial Times 12/05/95.  
90 Financial Times 12/05/95.  
91 China Economic Review, sett. 1994.  
92 Financial Times 12/05/95.  
93 SWB 22/03/95.  
94 Il valore del progetto della Three Gorges Dam è di 17,5 miliardi di dollari. I banchieri cinesi ritengono che riusciranno a raccogliere moneta all’estero per il suo finanziamento nonostante le preoccupazioni sul fronte ambientale e dei diritti umani che hanno già causato l’inversione di rotta della Banca Mondiale (la Diga implicherà lo spiazzamento di 1 milione di persone e la creazione di una riserva lunga 500 Km). Dal momento che gli investitori esteri erogheranno prestiti alla SDBC piuttosto che al singolo progetto, il loro coinvolgimento sarà indiretto (Financial Tímes 12/05/95).  
95 Financial Times 12/05/95.  
96 Financial Times 12/05/95.  
97 Del valore di 3,5 miliardi di dollari.  
98 SWB 30/12/94.  
99 SWB 13/01/95.  
100 Financial Times 12/05/95.  
101 SWB 30/12/94.  
102 SWB 30/12/94.  
103 SWB 13/01/95.  
104 China Briefing nov. 1994.  
105 Economic Reporter n.9 1994.  
106 Recentemente, la EIBC ha firmato un accordo con la ABN AMBRO Bank, il più grande gruppo bancario tedesco, per alzare il tetto complessivo dei crediti all’esportazione verso la Cina dai 95,5 milioni di dollari previsti in un precedente accordo del 1988, a 796 milioni di dollari (China Daily 16/06/95).  
107 Economic Reporter n.9 1994, China Briefing nov. 1994.  
108 SWB 1/02/95.  
109 Economic Reporter n.9, 1994.  
110 Ibid .  
111 SWB 1/02/95.  
112 Project financing: uso coordinato di diverse tecniche finanziarie, tradizionali e non, in vista della realizzazione di un determinato progetto. Non è il finanziamento di una commessa nè il finanziamento del committente. È un complesso di tecniche miranti a trasferire il rischio di un progetto sul finanziatore con particolare intensità. La difficoltà non consiste nel "montaggio finanziario", cioè nel coordinamento delle diverse tecniche, ma nella valutazione, economica e finanziaria, del progetto, sulla base di parametri di rischio. È applicabile alle opere pubbliche solo se esiste un regime tariffario certo e automatico, e solo se viene rispettato il "patto sociale" che consente il trasferimento dell’opera pubblica dall’area fiscale a quella imprenditoriale. Può essere utilizzato per promuovere un piano di sviluppo delle infrastrutture (da Francesco Meng, "II Sole 24ore").  
113 Economic Reporter n.9 1994.  
114 Economic Reporter n.9 1994.  
115 SWB 1/02/95.  
116 Economic Reporter n.9 1994.  
117 Business Weekly 11/06/95.  
118 China Daily 27/07/95.  
119 Si stima che il volume dei prestiti agevolati concessi dalla ABC nel 1994 ammontava a circa il 20% del suo portafoglio prestiti.  
120 SWB 3/05/95. 
121  SWB 7/01/95.  
122 China Briefing, nov. 1994.  
123 Bowles e White (1989,1993); Qian e Roland (1994).  
124 Nel dicembre del 1994 le autorità hanno annunciato che nel corso del 1995 sarebbe stata emanata la nuova Legge sul Fallimento, con l’obiettivo di rafforzare nelle imprese la consapevolezza dei rischi di gestione (si veda SWB, 30/12/94)..  
125 The Economist, 18/03/95.  
126 The Economist, 9/09/95, China Survey. 

Fonte: http://www.tuttocina.it/mondo_cinese/091/091_vale.htm#.VkSqDXaKHIU