giovedì 27 marzo 2014

Pagherò o passività: le mezze verità della BoE


In questo video della BoE, si ammette che la moneta è una cambiale e o promessa di pagamento derivante dall'epoca in cui, prima del 1971, la moneta era convertibile in oro e quindi le banconote rappresentavano una promessa di pagamento delle banche al portatore del corrispettivo valore in oro, donde la scritta "pagabile a vista al portatore" sulle banconote (inglesi). Un po' come un assegno o una cambiale.

La BoE spiega quindi che la moneta nasce proprio come  una forma speciale di pagherò per facilitare gli scambi, e in quanto tale ha bisogno di essere regolata da un sistema bancario che monopolizzi la "fiducia" - donde l'abuso di fiducia, dico io - perché come spiega bene il funzionario senza accorgersi dell'enormità che sta dicendo, altrimenti "dovremmo fidarci tutti gli uni degli altri". Cioè, dice, se tutti creassimo le nostre promesse di pagamento, agli scambi, dovremmo fidarci gli uni degli altri, ma la capacità di rispettare una promessa di pagamento del mio vicino dipenderà da quanti pagherò a sua volta potrà ottenere. No, ma perché, adesso non è così lo stesso: la capacità di pagare del vicino non dipende forse da quanta moneta/pagherò riceve a sua volta???

Meno male, sembra dire, che a questo punto interviene la BC che ha "monopolizzato" l'offerta di cartamoneta (rubandoci la fiducia dell'uno nei confronti dell'altro?). Questa cartamoneta non è più convertibile in oro, in regime di fiat money dove le banconote valgono il loro valore nominale.

Le banconote e gli spiccioli costituiscono unicamente il 3% della moneta totale, prosegue, anche se sospettiamo percentuali molto inferiori. Sono delle finte passività perché in cambio di banconote e spiccioli, le banche ci daranno unicamente banconote e o spiccioli, non dice la Bank of England.

Insistendo sulla definizione di moneta come pagherò e non come passività, in realtà, la BoE sta salvando la categoria, poiché se dicesse che la moneta è una passività, il passo nostro successivo potrebbe essere quello di chiederne il rimborso. Al momento si limita quindi ad ammettere tra le righe che la cartamoneta è un finto pagherò, e che il suo valore si basa sulla convenzione e la certezza giuridica che tutti l'accetteranno (Auriti, NdT) in quanto lo Stato in tale moneta accetta il pagamento delle tasse (teorie economiste ufficiali). 

Invece la moneta scritturale, o moneta deposito, continua, sono (veri) pagherò, promesse di pagamento delle banche ai clienti, in contanti (quando andiamo a ritirare soldi in banca).

Cioè, l'inganno perpetrato con la cartamoneta, che consisteva nello stampare molta più cartamoneta dell'oro contabilizzandola come passività, ma finta e o insolvente, viene continuata con la moneta scritturale, che diventa pagherò di moneta in contanti. Contanti che rappresenterebbero unicamente, per l'ufficiale della BoE in GB, il  3% della moneta totale, ma che noi sappiamo essere di molto molto meno.

Ci si può chiedere come mai la BoE faccia una tale dichiarazione adesso.

Ci possono essere varie ragioni. Da una parte, alla lettura del rapporto della BoE, viene da pensare che si potrebbe trattare di un regolamento di conti della BoE nei confronti delle banche private, o banche dealer, che hanno talmente tanto esagerato con la creazione di credito da offuscare la BoE/Regina d'Inghilterra e rischiare, come stiamo rischiando, la terza guerra mondiale con Russia e Cina che non vogliono più stare al gioco imballato delle banche dealer - fondamentalmente le regine del petrodollaro e della Federal Reserve - comprando loro bond americani e dollari. Anzi con la conseguenza che già da prima della crisi con la Crimea, si stavano organizzando per commerciare energia in reminbi. 

Le banche dealer starebbero quindi minacciando e prevaricando il potere di una banca centrale che come quella d'Inghilterra ha ancora un qualche "senso" della sua sovranità. E che con queste rivelazioni lancia un monito del tipo: attenzione, la BC non c'entra niente con il possibile crollo del castello di carte, poiché essa regola unicamente il tasso d'interesse e non la quantità di moneta la cui responsabilità incombe alle banche private - banche dealer - soprattutto in caso di promesse di pagamento non rispettate, nell'ipotesi ad esempio neanche tanto remota di corsa allo sportello, e o di crollo del castello di carte...

D'altro canto, la definizione della moneta come pagherò e non come passività, è ingannevole e molto astuta poiché la maggior parte penserà, si, è giusto, la moneta depositata costituisce promessa di pagamento in contanti della banca nei miei confronti, senza assolutamente contare il fatto che se effettivamente fossimo in regime di moneta/pagherò, saremmo assolutamente nella situazione pre-1971 in cui Nixon confessò l'inganno dell'inflazione di moneta rispetto alle riserve d'oro che lo portò a cambiare regime di moneta, non esistendo la liquidità necessaria per coprire tutta la moneta scritturale.

Definendo la moneta un pagherò e non una passività - in inglese liability - la BoE sembra che stia tentando di evitare l'accusa che logicamente seguirebbe alla definizione della moneta come una passività o debito, accusa che suonerebbe come la seguente minaccia: quindi se la moneta è un vostro debito, di due cose l'una, o è un falso contabile perché ci ritroviamo stranamente a rimborsarvelo noi a voi, oppure ce lo rimborsate. 

L'astuzia di definire la moneta legale come pagherò e non come finta passività, esonera tutto il sistema bancario dal dovere ammettere il falso contabile: non essendo più in regime di moneta merce, la moneta non dovrebbe essere una promessa di pagamento,  bensì uno strumento di pagamento di per sé, che è falso contabilizzare al passivo, prerogativa della moneta merce (promessa di pagamento coperta da riserve).

E qua arrivo al punto. Una moneta legale o moneta fiat è una moneta non coperta da riserve contrariamente alla moneta merce che è coperta da riserve in oro, o quant'altro si voglia designare come copertura. Checché se ne dica però noi non siamo neanche in un regime di moneta fiat, la moneta che utilizziamo infatti non solo è contabilizzata come se fosse moneta oro, senza esserlo, ma è coperta dai nostri titoli del debito i quali quelli sono dei veri debiti o pagherò, realmente convertibili in merce: i nostri beni, tutti.

Quindi per riassumere siamo in un finto regime di moneta fiat, o ibrido, che contabilizza ancora la moneta come se fosse moneta merce coperta dall'oro, senza esserlo, un finto debito in realtà coperto dai nostri veri pagherò (titoli del debito o buoni del tesoro) veramente convertibili in oro: beni, demanio, mare, cielo, terra, paese.

E nel dire che la moneta, sia scritturale che cartamoneta, ha la natura di un pagherò speciale, la BoE sta tentando di negare il falso contabile delle banche sia all'emissione di credito sia all'emissione di cartamoneta. Un falso contabile che segna la creazione monetaria al passivo mentre la addebita alla collettività.  Falso contabile e appropriazione indebita.

E visto che il segreto di pulcinella è oramai sussurrato in vari circoli, e che i banchieri si tengono per la manina come i bravi fratellini della mafia, aggiungiamo: omertà, complicità, corruzione, omicidi, per non parlare di aggiotaggio e insider trading all'ordine del giorno.
   
Il tutto per mantenere una convention ad excludendum nei confronti della comunità riguardo al reddito monetario e relativa sovranità monetaria e quindi abuso di posizione dominante che affonda le sue radici nel segreto, nel crimine, nella fratellanza a costo di portare il mondo alla distruzione totale.

N. Forcheri 21 Marzo 2014


Solo 9 Paesi hanno una Banca Centrale che non appartiene ai Rothchild

Attilio Folliero, Caracas, 27/03/2014

Sono solamente 9 i Paesi che hanno la Banca Centrale che non appartiene ai Rothschild. Sono: Cina, Russia, Iran, Venezuela, Ungheria, Siria, Cuba, Islanda e Corea del Nord. Tre di questi Paesi, nell'ordine Russia, Iran e Venezuela, sono anche le tre più grandi riserve energetiche del mondo, considerando le riserve di petrolio, gas e carbone.

Direttamente o indirettamente tutte le altre banche centrali appartengono o sono controllate dai Rothschild. Ci sono addirittura quattro banche centrali che sono quotate in borsa: le banche centrali di BelgioGreciaGiappone e Svizzera. La Banca centrale di Grecia oltre che essere quotata alla Borsa di Atene è quotata anche alla Borsa Tedesca.

Da queste brevi considerazioni, penso sia comprensibile a tutti perchè i paesi che hanno una banca centrale indipendente siano costantemente attaccati mediaticamente dai media di tutto il mondo, tutti al servizio ovviamente delle grandi potenze imperialistiche dell'occidente.

Tutti questi paesi sono praticamente inseriti nell'asse del male, tutti i loro governi sono per i media occidentali delle "dittature" ed in tutti ci sono tentativi di destabilizzazione.

Si comprende anche perchè Russia, Iran e Venezuela siano costantemente "presi di mira" dai media internazionali. Oltre che avere la Banca Centrale indipendente dai Rothschild sono anche le tre più grandi riserve energetiche del mondo. 

Quando una Banca Centrale disegna la politica economica e monetaria del proprio paese sta pensando ai benefici per il suo popolo o ai benefici per i propri azionisti? Scontata la risposta: pensano ai benefici per i propri azionisti. Si comprende perchè un Paese come il Belgio possa stare per mesi (esattamente 18) senza un governo, perchè in sostanza il ruolo del governo è relativo. Si comprende perchè un paese come Grecia è completamente in balia della Troika, ossia del Fondo Monetario Internazionale (FMI), della Banca Centrale Europea (BCE) e della Commissione Europea (CE).

E l'Italia? La maggior parte degli italiani pensa che la Banca d'Italia, ossia la Banca Centrale dell'Italia appartenga allo Stato! Invece, come tutte le banche centrali del mondo, escluse quelle dei 9 paesi citati sopra, la Banca d'Italia appartiene ai propri azionisti. L'elenco completo degli azionisti della Banca d'Italia è consultabile nel sito stesso della Banca d'Italia, all'URL: http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti/Partecipanti.pdf. Da tale documento, in linea, si evince che le due principali banche italiane, Intesa San paolo e Unicredit hanno il 52% delle quote; Inps e Inail, enti statali, hanno quote irrilevanti. Ovviamente nel capitale delle grandi banche italiane, che controllano la Banca d'Italia, rientra quello dei Rothschild. Povera Italia! Poveri italiani!  

lunedì 24 marzo 2014

La primavera auritiana

Si preannuncia molto fitto il calendario della Scuola Auritiana, che solo nella fine di questo mese di marzo ha in programma tre eventi pubblici di altissima levatura e che si dimostreranno fondamentali per la comprensione del male del nostro tempo, di quel tumore che si è insinuato nell’indebolito tessuto sociale della nazione attraverso il sistema debitorio imposto dalle banche creatrici di moneta e dai loro guardiani, quel potere eurocratico che vigila sul perverso meccanismo di indebitamento di popoli e nazioni tramite vincoli e “patti di stabilità”.
La Scuola di Studi Giuridici e Monetari “Giacinto Auriti”, ricordiamo, è stata fondata lo scorso anno non solo, come è naturale, per onorare e mantenere viva la memoria del gigante di Guardiagrele, ma anche e soprattutto per proseguirne gli studi giuridici e per perpetuare la teoria della sovranità popolare della moneta e del suo valore indotto attraverso la promozione di convegni, conferenze e veri e propri corsi volti all’affermazione della permanente validità di una tesi giuridica che risulta essere l’unica strada percorribile per estirpare alla radice la più grande truffa della storia dell’intera umanità, quella per cui veniamo ridotti alla povertà e alla schiavitù da chi pretende di prestarci a interesse la moneta con cui scambiare i nostri beni e la ricchezza da noi prodotta.
Nel pomeriggio di sabato 22 marzo, presso la Sala Suffredini di Castelnuovo di Garfagnana (Lucca), in collaborazione con “Arcipelago Scec”, il ricercatore e socio fondatore della Scuola Auritiana Daniele Pace parteciperà al convegno “Crisi economica? Uscire dipende da noi”. Pace, studioso indipendente della questione monetaria a cui si deve la prima opera di traduzione in lingua inglese di Auriti,  è autore dell’ardito e allo stesso tempo estremamente ragionato saggio “La Moneta dell’Utopia” in cui all’analisi della questione monetaria sotto il profilo storico e giuridico affianca l’innovativa proposta di una moneta unica globale di proprietà del portatore.
Nella mattinata del giorno successivo, domenica 23 marzo, sarà la volta del presidente della Scuola Mauro Di Sabatino che prenderà parte, insieme a Monia Benini del movimento “Per il bene comune” e agli studiosi Elia Menta e Alessandro Trinca, all’incontro pubblico “Che cos’è lo Stato di diritto?” che avrà luogo a Castiglione del Lago (Perugia). Il convegno, come sottolinea l’organizzatore Andrea Rossi, vorrà mettere in evidenza la necessità di riaffermare quel senso del diritto che, perdendosi, ha fatto sì che diventassimo una “falsa civiltà” serva di un sistema monetario, economico e finanziario che si pone in aperto contrasto allo stesso senso della vita umana.
Di estremo interesse sarà inoltre l’incontro che si terrà giovedì 27 marzo alle 15  presso la Sala consiliare del III Municipio in Roma, intitolato “Euro o sovranità monetaria?”. La conferenza, organizzata da “Generazione Identitaria”, vedrà confrontarsi Francesco Filini della Scuola “Giacinto Auriti” con  Gianluca Gandini dell’associazione Me-Mmt. Una rara occasione di dibattito in cui la tesi auritiana potrà contestare direttamente alla Teoria monetaria moderna le mancanze di una teorizzazione che non affronta alla radice la perversa natura debitoria delle politiche monetarie contemporanee.
Maggiori informazioni su questi ed altri eventi cui parteciperà la Scuola Auritiana potranno essere reperite presso il sito www.giacintoauriti.eu oppure scrivendo a info@giacintoauriti.eu

Fonte: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23181#sthash.O0i59V8X.dpuf

lunedì 17 marzo 2014

Bank of England: la moneta è una falsa cambiale!

E' UFFICIALE! GLI STUDENTI DI ECONOMIA SONO DISINFORMATI, AFFERMA LA BANK OF ENGLAND

SCRITTO DA GRAHAM HODGSON (GUEST AUTHOR) IL 13 MARZO 2014.

Almeno a partire dagli anni sessanta, le banche centrali hanno pacificamente reso pubblico il messaggio in comitati ufficiali, sia pur a sprazzi, qui e la, attraverso relazioni e prove documentali, che la moneta è creata dalle banche private al momento dell'erogazione di un prestito. Ma nelle loro dichiarazioni al grande pubblico hanno continuato a ripetere le finzioni divulgate nei libri di testo economici sul riprestito dei depositi, i requisiti di riserva e il moltiplicatore monetario.
Adesso la Bank of England, per il suo 320esimo anniversario, ha  ufficialmente reso noto che le cavolate insegnate agli studenti di economia in tutto il mondo sono proprio per l'appunto cavolate. Le banche non riprestano i depositi. I depositi sono passività che giacciono nei bilanci delle banche, non attivi che possono essere riprestati. Non esiste un moltiplicatore monetario che consente ai regolatori di determinare quanta moneta può essere resa disponibile all'economia attraverso l'imposizione dei requisiti di riserva. Le banche centrali non possono neanche stimolare in modo affidabile il credito alla produzione per promuovere lo sviluppo dell'economia inondando il sistema di riserve poiché le riserve non possono essere riprestate e i depositi creati in virtù di misure come i quantitative easing possono solo servire a rimborsare il debito invece che negli investimenti alla produzione.
I detrattori sarcastici che hanno attaccato costantemente Positive Money per i primi due o tre anni della nostra campagna adesso possono  essere aspramente contraddetti con questa verità collaudata (nel caso ve ne fossero ancora da contraddire).
Ma la Banca Centrale insiste ancora che la moneta è una cambiale [IOU]. E' sicuramente il caso per la moneta bancaria dove i depositi bancari costituiscono le iscrizioni degli obblighi riconosciuti dalle banche nei confronti dei depositanti per saldare i pagamenti che vogliamo fare, ricorrendo alle loro stesse riserve. Quindi i depositi bancari sono in realtà cambiali a nostro vantaggio. Ma la Bank of England dichiara che anche le riserve  sono cambiali della BC nei confronti delle banche commerciali. Però non è per nulla chiaro che cos'è che la BC ha intrapreso di fare per, o a nome delle banche di cui annovera le riserve, a parte il fatto di rimborsare alle stesse banche i collaterali che queste ultime hanno dovuto presentare per inizialmente acquisire le riserve. E concludono che le banconote sono cambiali della BC a noi stessi, per la ragione fasulla che riceviamo nel resto una banconota vecchia e fuori corso di 20£ (chi mai riceve come resto una banconota da 20 sterline?), abbiamo il diritto di chiedere alla BC che essa venga sostituita con  una banconota da 20 nuova di zecca! Quindi la banconota è una cambiale [riconoscimento di debito, NdT] di che cosa? Di un'altra banconota da 20 in un lasso di tempo di 10 anni?
Non crediamo che la moneta delle BC sia una cambiale della BC. Piuttosto è un simbolo che riconosce, a nome nostro, il nostro impegno comune di produrre beni e servizi disponibili alla vendita a qualsiasi detentore di moneta della stessa BC. La moneta delle BC, moneta sovrana [dei banchieri, NdT], non è un debito, non è una cambiale, è un simbolo del nostro impegno condiviso gli uni nei confronti degli altri in quanto cittadini di uno stato sovrano.

Traduzione a cura di Nicoletta Forcheri

Link: http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2014/03/clamorosa-ammissione-della-bank-of.html

giovedì 13 marzo 2014

Apocalisse finanziaria. Il debito mondiale oltre i 100’000 miliardi di dollari

Alla metà del 2007, prima dell’inizio della crisi economica e finanziaria,il debito mondiale era di 70’000 miliardi di dollari. Oggi questo debito è di 100’000 miliardi di dollari.
Un debito che include le obbligazioni degli Stati e i debiti quotati delle imprese e delle società finanziarie, ma non quelli delle economie domestiche. Un debito mondiale che negli ultimi anni ha preso il volo, passando dai 40’000 miliardi di dollari del 2000 ai 70’000 miliardi del 2007, sino agli attuali 100’000 miliardi.
Il motivo di questo aumento vertiginoso è il rallentamento economico e il modo in cui è stato compensato, spiega l’economista francese Jean-Paul Betbèze.
Dapprima vi è stato l’aiuto alla finanza negli Stati Uniti per evitare il crollo del sistema dopo la crisi dei subprimes.
Poi vi è stato l’aumento del debito pubblico. Vi è stata meno crescita, vi sono state meno entrate fiscali e dall’altra parte molte misure di aiuto e di sostegno all’economia e un maggior deficit.
In sei anni il debito pubblico per ogni essere vivente sulla Terra è salito del 80%, e oggi si attesta a 6’142 dollari per ogni persona, per un totale di 43’000 miliardi di dollari. Un esempio fra tanti : fra il 2006 e il 2012 il debito pubblico spagnolo è passato dal 36% del Pil al 84.1%.
debito_mondiale

L’ammontare dei debiti delle aziende non finanziarie è progredito a un ritmo simile, per oltrepassare i 10’000 miliardi di dollari. In un contesto di crisi finanziaria, le banche mondiali hanno ridotto i crediti alle grandi imprese, le quali hanno cercato finanziamenti sui mercati finanziari.
Con 43’000 miliardi di dollari, l’ammontare del debito di Stato va oltre il 72% del Pil. E’ una media, perchè alcuni Stati vanno oltre il 90%.
“Studi del FMI e della BCE mostrano che si può vivere con un 90% di debiti – commenta Jean-Paul Betbèze – Ma a una condizione : accettare una crescita e un’inflazione modeste affinchè i tassi d’interesse non salgano troppo e non asfissino la ripresa. E’ la strategia della Federal Reserve. Per quanto riguarda la Banca centrale europea, è riuscita a far scendere i tassi nei paesi più fragili, come la Spagna e l’Italia. Per loro è un fenomeno molto più importante del rialzo dell’euro.”
Al contempo gli Stati, soprattutto in Europa, sono spronati a essere più efficaci, a diminuire le spese pubbliche per ridurre il debito.
“L’importante è che il livello si stabilizzi. Lo si vede negli Stati Uniti ma anche in Europa – commenta Jean-Paul Betbèze – Non abbiamo finito di pagare questa crisi ma è preferibile a una soluzione di cancellazione del debito, che sarebbe sinonimo di molteplici crisi, di tensioni sociali, ecc.”

(Fonte : Les Echos.fr)

Link: http://www.ticinolive.ch/2014/03/12/apocalisse-finanziaria-il-debito-mondiale-oltre-100000-miliardi-di-dollari/

Arriva il Lombard, la moneta complementare della Lombardia


In un mio precedente articolo su Signoraggio.it, in cui parlavo del Tarì, la moneta complementare varata in Sicilia, avevo già chiaramente espresso la mia opinione riguardo al dilagare delle cosiddette monete ‘complementari’ di natura esclusivamente elettronica. Non intendo qui ripetermi. Invito pertanto gli interessati a rileggersi il mio pezzo a questo link: http://www.signoraggio.it/la-sicilia-si-appresta-a-varare-il-tari-una-moneta-alternativa-e-complementare-alleuro/.
Ci tengo però a ribadire che non considero affatto una moneta ‘complementare’ (e per di più di natura elettronica) un’alternativa al sistema, a quel sistema che ha causato la crisi economica in cui ci troviamo e che ha prodotto il mostro a tre teste (quelle della Trojka) chiamato Euro. Per quanto queste ‘monete’ possano nell’immediato generare lievi aumenti del PIL su scala locale e dare una limitata spinta ai consumi, niente hanno a che vedere con le vere monete alternative, come ad esempio il Simec del compianto Giacinto Auriti o lo Scec (anche se quest’ultimo è di fatto un buono-sconto). Ritengo infatti che le monete complementari di natura elettronica rappresentino soltanto una utile stampella al sistema bancario e al pericolante castello di carte del ‘sistema Euro’. E, in più, incentivano in modo esponenziale le forme elettroniche di pagamento (e quindi il controllo dei cittadini), a discapito del sacrosanto uso del contante.
Vale però la pena di dedicare un po’ di attenzione all’ennesima di queste monete ‘complementari’ elettroniche, varata questa volta in Lombardia: il Lombard. E lo faremo soprattutto per fare luce sulle dinamiche che ne hanno determinato la creazione e l’approvazione.
L’introduzione, in via sperimentale, di questa monete complementare rientra nel quadro del progetto di legge sulla competitività d’impresa, approvato dalla Commissione Attività Produttive del Consiglio Regionale
della Lombardia. Si tratta, per ammissione dei suoi ideatori e promotori, di «uno strumento elettronico di compensazione multilaterale per lo scambio di beni e servizi» di cui potranno usufruire le imprese, denominato ‘Lombard’ su evidente proposta di esponenti del Carroccio.
Come apprendiamo da un interessante articolo uscito il 3 Marzo sul sito dell’associazione culturale La Torre, l’idea dell’introduzione di una moneta complementare era stata lanciata durante la scorsa legislatura
dall’allora Vicepresidente della Regione, il leghista Andrea Gibelli (ora Segretario Generale di Palazzo Lombardia). La legge è passata con i voti favorevoli della maggioranza e del Movimento 5 Stelle, con l’astensione del Patto Civico. Il PD ha partecipato solo al voto dell’articolo 1 del progetto di legge. Il testo,
arrivato in aula l’11 Febbraio per l’approvazione definitiva, ha poi visto il via libera unanime dell’intero Consiglio, come riporta un articolo uscito lo stesso giorno sul sito Ilgiorno.it, fra le notizie della cronaca di Milano, in cui si legge che «la Regione Lombardia avrà la sua moneta complementare. Il via libera alla ‘sperimentazione’ è arrivato dal Consiglio Regionale lombardo, che ha approvato all’unanimità la nuova legge sulla competitività.
La sperimentazione riguarderà ‘esclusivamente’ uno strumento elettronico di compensazione multilaterale locale per lo scambio di beni e servizi»
«La Giunta, previo parere della competente Commissione consiliare, con appositi provvedimenti, disporrà – si spiega nell’articolo – le norme attuative e la disciplina del circuito di moneta complementare».
Il progetto, storico cavallo di battaglia della Lega, ha quindi incontrato anche il favore delle opposizioni, in un primo tempo contrarie.
È stato approvato anche un emendamento alla nuova legge che prevede l’introduzione del marchio ‘Made in Lombardy’, finalizzato alla certificazione della provenienza dei prodotti secondo requisiti che saranno fissati dalla Giunta stessa.  Tra le altre misure previste dal pacchetto dalla legge ci sono inoltre l’attivazione sperimentale di zone a cosiddetta ‘burocrazia zero’, la riduzione dell’Irap regionale fino al 25% per le nuove imprese e la riorganizzazione del sistema Confidi.
Il relatore del testo, il consigliere Carlo Malvezzi (Nuovo Centro Cestra), ha sottolineato: «Questa legge nasce dalle esigenze che il sistema produttivo ci ha segnalato con forza in questi mesi e si fonda su un principio cardine: la Regione si fida delle imprese. Chi genera ricchezza e occupazione va sostenuto, non ostacolato».
Alessandro Fermi (Forza Italia) ha definito il provvedimento «un passo avanti concreto per rilanciare il
sistema economico lombardo»
 e Fabio Rolfi (Lega Nord) ha spiegato che «il fine di questa iniziativa è quello di creare le condizioni per mantenere e attrarre le aziende a investire nella nostra Regione». Voto favorevole anche dal Movimento 5 Stelle, con Dario Violi, che ha sostenuto: «Nessun pregiudizio per la moneta complementare, uno strumento già in uso in altre regioni. Certo qualcuno la vorrà strumentalizzare, ma si parla di uno strumento utile per semplificare la riscossione di crediti e che va nella direzione rilancio della competitività e di sostegno al mercato del lavoro».
Il PD, che per bocca del consigliere Enrico Brambilla aveva espresso all’inizio la sua conterarietà, sostenendo che  «affiancare a strumenti utili anche uno strumento tutto da sperimentare e ancora immaturo come la moneta complementare rischia di vanificare gli obiettivi ambiziosi del progetto che sino a qui avevamo condiviso», ha alla fine votato anch’esso a favore.
Ovviamente, in tutto questo entusiasmo bipartsan (anzi, tripartisan), a nessuno è passato lontanamente per la testa che una moneta complementare di natura esclusivamente elettronica farà soltanto il gioco del sistema e dei circuiti bancari. Un sistema che, evidentemente, nel Consiglio Regionale della Lombardia, come del resto anche nei palazzi del potere di Roma, va bene a tutti quanti: a ‘destra’, a ‘sinistra’, al ‘centro’ e anche alla ‘dimensione parallela’ dei pentastellati.
Vi ricordate quanto ha scritto Alfonso Luigi Marra a proposito della ‘rivoluzione per non cambiare’?
Nicola Bizzi

mercoledì 12 marzo 2014

Bank of England e la creazione del denaro (Video English version)

This is exciting! This video is made by the Bank of England!

"Banks create additional broad money whenever they make a loan. This is sometimes overlooked as the main way in which money is created."


)

L’ALBERO DELLA CUCCAGNA DELLE CARTE DI CREDITO


cartecredito

DI ELLEN BROWN
counterpunch.org

Pagando ogni mese il saldo della vostra “carta di credito”, pensate che, usufruendo del “periodo di grazia senza interessi”, state ottenendo del credito in modo gratuito. Ma, ovviamente, potreste aver usato la vostra “carta di credito”, al posto del denaro contante, al solo scopo di ottenere i punti del “frequent flier” [2] o per i “cash-back” [3].
Queste caratteristiche, seppur molto popolari, sono assolutamente fuorvianti. Anche quando il saldo viene pagato puntualmente, mese dopo mese, attraverso le “carte di credito” viene imposto agli utenti un costo enorme. Questo costo viene detratto, in un primo momento, dall’incasso del commerciante, ma poi viene trasferito agli utenti sotto forma di prezzi più elevati.
Visa e MasterCard caricano ai commercianti circa il 2% del valore di ogni transazione, mentre l’American Express impone oneri ancora più alti.
Questo costo potrebbe non sembrare molto alto. Ma se pensate che la maggior parte di questi saldi vengono liquidati mensilmente, significa che le banche ottengono il 2% o più su un prestito che dura in media solo 25 giorni. Il 2% di interesse per 25 giorni, significa che il rendimento è del 33,5% annuo [1.02^(365/25) – 1. Si tratta ovviamente un interesse composto, ndt].
Le commissioni a carico dell‘esercente furono progettate, originariamente,per lottare contro l’usura, ed in ossequio alle leggi del Truth-in-Lending (4). Visa e MasterCard sono delle entità indipendenti, ma sono state create dalle grandi banche di Wall Street, e le banche che emettono queste “carte di credito” ottengono compensi pari a circa l’80%. Questi rendimenti annui non solo rientrano nella categoria usuraria, ma sono ritorni ottenuti sui soldi degli altri – ovvero sullo stesso denaro del debitore! Ecco com’è che funziona …
L’ULTIMO SHELL GAME (5)
L’economista Hyman Minsky ha osservato che chiunque può creare del denaro: il trucco [l’abilità] consiste nel farlo accettare. La funzione delle “carte di credito” è quella di trasformare il vostro IOU [6], ovvero una semplice promessa di pagamento, in uno “strumento negoziabile”, accettabile per pagare un debito. Uno “strumento negoziabile” non consiste che in tutto ciò che è stato firmato e che è convertibile in denaro, ma può anche essere utilizzato come se fosse moneta.
Ai sensi dell’articolo n. 9 dello “Uniform Commercial Code” [7], quando firmate la ricevuta per un addebito sulla “carta di credito”, presso un commerciante, state creando uno “strumento negoziabile – o altra scrittura – che evidenzia un diritto al pagamento di denaro”.
Questo “strumento negoziabile” è depositato elettronicamente presso il “conto corrente” del commerciante, la cui apertura viene espressamente richiesta da tutte le imprese che accettano di vendere a credito. Il “conto corrente” sale della stessa cifra indicata sulla ricevuta, e significa che il commerciante è stato pagato.
La ricevuta di “carico” viene inoltrata ad una “Acquiring Settlement Bank” [8], che impacchetta le ricevute delle vostre spese e le invia alla vostra banca. Questa, a sua volta, vi invia un rendiconto, e voi pagate il saldo con un assegno, generando un addebito sul vostro “conto corrente”.
L’effetto netto è che la ricevuta di carico [un titolo negoziabile] è diventata un “asset” a fronte di un credito. La banca ha semplicemente monetizzato il vostro IOU, trasformandolo in denaro. Il ciclo del credito è così breve, che può aver luogo senza coinvolgere il denaro della banca. Debiti e crediti, quindi, sono solo mescolati avanti e indietro tra i due conti.
Timothy Madden è un analista finanziario canadese che, nei primi anni ’90,  ha costruito modelli di software per la gestione dei “conti corrente” collegati alle “carte di credito”. Nell’ambito di una corrispondenza intercorsa a titolo personale, ha stimato che i pagamenti effettuati utilizzando le riserve proprie della banca costituiscono solo il 2% dei casi, e che la tariffa del 2% caricata ai commercianti copre a sufficienza queste eventualità. Le “riserve” necessarie per sostenere gli anticipi a breve termine, quindi, sono costituite dagli stessi pagamenti, senza alcuna necessità di attingere altrove.
Per quanto riguarda gli interessi, Madden sostiene che:
L’interesse è tutto “sugo” perché le operazioni sono finanziate dagli stessi vouchers di pagamento generati dagli utilizzatori delle “carte di credito” nel luogo dell’acquisto. Supponiamo che le vendite lorde mensili effettuate utilizzando le “carte di credito/debito” raddoppino, nel periodo delle vacanze di fine anno, dai normali 300 ai 600 miliardi di dollari. Le società che emettono “carte” non devono preoccuparsi su come finanziare l’extra di 300 miliardi, perché il finanziamento sarà fornito dalle stesse ricevute che sono state sottoscritte …
E’ anche questo la ragione per cui quasi tutte le banche, in tutto il mondo, “devono” cancellare il 100% dei “conti corrente” collegati alle “carte di credito/debito”, che sono in mora per 180 giorni. Il design di base del sistema prevede che, una volta messo in moto, questo si auto–finanzi interamente, senza alcuna partecipazione dell’operatore … Le perdite non potrebbero essere imputate al patrimonio netto del gestore, perché questo semplicemente non esiste. Nei primi anni ’90, quando costruivo modelli di gestione [software per computers] per il sistema delle “carte di credito/debito”, i miei fogli elettronici “esplodevano” a causa degli errori causati dal dover “dividere per zero” il ROE [Return On Equity] [9].
UNA TASSA PRIVATA SULLE VENDITE
E’ questa la vera ragione per cui quello delle “carte di credito” è diventato l’affare più redditizio del settore bancario. Un tempo, il compito delle banche consisteva nella raccolta di denaro [attraverso i depositi], che veniva poi prestato al settore immobiliare e a quello commerciale. Negli ultimi anni, invece, secondo un report della Fed [http://www.federalreserve.gov/publications/other-reports/files/ccprofit2013.pdf, ndt], ”per le banche commerciali, gli utili conseguiti attraverso le ‘carte di credito’ sono stati quasi sempre superiori a quelli conseguiti con tutte le altre attività”.
Tutto questo è possibile, seppur in parte, perché l’interesse addebitato sulle “carte di credito/debito” è più alto rispetto a quello degli altri prestiti commerciali. Ma è soprattutto sugli addebiti che le banche fanno davvero un sacco di soldi. Ci sono addebiti per il ritardo nei pagamenti, per aver superato il limite del credito, per i bonifici, per prelevare contanti ed infine gli addebiti fissi annuali, che si aggiungono alle commissioni commerciali – molto lucrative – che maturano nel punto di vendita. Il commerciante, naturalmente, assorbe queste imposte e le ricarica sul cliente, attraverso prezzi più elevati.
L’addebito del 2% praticato sui commercianti è l’equivalente finanziario di un’imposta sulle vendite, il cui totale ammonta, negli Stati Uniti, ad oltre $30 milliardi di dollari all’anno negli Stati Uniti. L’effetto sul commercio, però, è peggiore di quello di un’imposta pubblica sulle vendite – o di una tassa sulle transazioni finanziarie [o Tobin tax] – perché i proventi di quest’ultima sarebbero spesi di nuovo nell’economia, ovvero sui servizi e sulle infrastrutture. Una tassa privata sul commercio, invece, rimuove quel potere d’acquisto dall’economia.
Se qualcuno dovesse proporre la cosiddetta “Tobin tax” [una piccola tassa sulle transazioni finanziarie] per finanziare i salvataggi [delle banche, ndt] e scoraggiare la speculazione, all’industria dei servizi finanziari verrebbe un colpo apoplettico … Eppure, qui in mezzo a noi, è attivo un suo equivalente, posto su una percentuale molto elevata del commercio al dettaglio … Potete pensare agli oneri predatori che Visa e MasterCharge incassano per le operazioni di addebito, come se avessero due componenti: la prima è l’imposta vera e propria [che potrebbero eticamente addebitare se avessero affrontato una qualche concorrenza], la seconda è un premio che ottengono sia dal “controllo” del mercato che dal rifiuto di competere sul prezzo. Gli effetti di questo premio, sul commercio, sono ben peggiori di una “Tobin tax”.
Una “Tobin tax” ha l’effetto positivo di smorzare la speculazione. Una “tassa privata” sulle vendite al dettaglio, invece, ha l’effetto negativo di raffreddare il commercio. E’ un meccanismo di autodistruzione che consuma capitale e credito ad ogni giro del ciclo.
Il lucroso commercio delle “carte di credito” è un fattore importante  nella crescente “finanziarizzazione” dell’economia.. Parecchie aziende, come ad esempio la General Electric, stanno abbandonando l’”innovazione” del prodotto, per entrare nel settore delle “carte di credito”, perché è lì che stanno i soldi. La finanziarizzazione sta uccidendo l’economia, la produttività, l’innovazione e la “domanda” dei consumatori.
DISTRUGGERE IL MONOPOLIO
Queste esorbitanti commissioni commerciali sono possibili perché il mercato è monopolizzato da un piccolo numero di società. L’ingresso in questo settore è molto difficile. Per partecipare, è necessario essere parte di una rete, e questa rete richiede che tutti i partecipanti paghino in anticipo un’imposta.
Le regole, però, variano da paese a paese. Un’opzione disponibile in alcuni paesi è, ad esempio, quella di fornire servizi più economici attraverso banche di proprietà pubblica. In Costa Rica, ad esempio, l’80% dei depositi sono detenuti da quattro banche di proprietà pubblica, e tutte offrono “carte di credito/debito” Visa/MC. Le aziende che scelgono di affiliarsi alle due maggiori banche pubbliche, non pagano le spese di transazione per le “carte” di quelle banche, e per quelle delle altre banche pagano solo una piccola tassa, sufficiente solo a coprire i costi
E’ così che funziona il sistema in Costa Rica, ma negli Stati Uniti gli addebiti effettuati da Visa/MC sono pre-pagati, ed un’eventuale banca pubblica avrebbe in ogni caso dovuto pagare quell’imposta in anticipo, per partecipare al sistema.C’è un altro modo, però, per riprendersi le “tasse mercantili”, ed usarle per il bene del popolo: restituirle sotto forma di minori imposte, o d’incremento dei servizi pubblici.
I governi locali affrontano dei costi pesanti per l’uso delle “carte di credito”. Secondo l’”ufficio del tesoriere” [l’italiano assessorato al bilancio, ndt], la città e la contea di San Francisco pagano 4 milioni di dollari l’anno solo per le spese bancarie, e più della metà di questa somma se ne va per il pagamento delle “imposte mercantili”.
Se un governo potesse recuperare queste spese tramite una propria banca, potrebbe utilizzare il ricavato per espandere i servizi pubblici, senza aumentare le tasse.
Se permettessimo anche al governo di “fare un po’ di soldi”, questo potrebbe auto-finanziarsi senza tassare i cittadini. Se ci fosse un sistema pubblico alternativo, i dinosauri delle mega-banche private non sarebbero più “troppo grandi per fallire”. Potrebbero andare verso l’estinzione, nell’ambito di un naturale processo evolutivo verso un sistema più efficiente e sostenibile.
Ellen Brown è un avvocato, è anche Presidente del “Public Banking Insitute” ed autrice di dodici libri, tra cui il bestseller “Web of Debt”. Nel suo ultimo libro, “The Public Bank Institute”, esplora i modelli bancari pubblici di successo, nella storia e nel mondo. E’ candidata  come “Tesoriere” per lo Stato della California, sulla base di un programma che prevede la creazione di una “banca di stato”.
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2014/02/14/the-credit-card-gravy-train

Traduzione per www.comedonchisciotte.org  a cura di FRANCO
Note del Traduttore:
(1) Phantom Money: denaro che, pur presente in un CC, non può essere usato, perché destinato ad un pagamento automatico da onorare.
(2) Frequent Flier: è un servizio offerto dalla maggior parte delle compagnie aeree per premiare la fedeltà dei propri clienti.
(3) Cash Back: in un sito di “cashback”, gli utenti registrati possono guadagnare dei soldi veri sia dai loro acquisti online, che da quelli dei loro amici.
(4) Truth-In-Lending: è una legge federale degli Stati Uniti, emessa per proteggere il consumatore dai creditori in generale. Implementata dalla Fed, consta di una serie di regole, come ad esempio informare il debitore sul tasso d’interesse annuo, sui termini e sui costi di un prestito etc.
(5) Shell Game: viene definito come un gioco d’azzardo ma, nella realtà, è un trucco utilizzato per truffare una vittima, dopo averne carpito la fiducia. Viene anche definito come uno short-con, ovvero una truffa consumata in tempi brevissimi, come ad esempio il furto di un portafoglio, dopo aver conquistato, anche in questo caso, la fiducia della vittima.
(6) IOU: I Owe You, documento informale per riconoscere un debito.
(7) UCC, Uniform Commercial Code: chiamato semplicemente anche “The Code”, è stato emesso nel 1952, ed è uno dei numerosi Uniform Acts [proposta di legge della ULC – Uniform Law Commission – approvata anche dal NCCUSL – National Conference of Commissioners on Uniform State Laws], promulgati per armonizzare le leggi commerciali – ma in generale tutte le transazioni commerciali – in tutto il territorio degli Stati Uniti d’America.
(8) Acquiring Settlement Bank [o Acquirer]: è una Banca o un Istituto Finanziario che elabora i pagamenti che sono stati fatti ad un commerciante attraverso le “carte di credito/debito”. Il termine “Acquirer” significa che la Banca accetta [o acquista] il pagamento fatto con “carte di credito” emesse da banche [o istituti finanziari] facenti parte di un’associazione. Fra le quali, a titolo di mero esempio:  Visa, MasterCard, etc.
(9) ROE [Return On Equity]: è un indice di redditività del capitale proprio. Esprime in massima sintesi i risultati economici dell’azienda. È un indice percentuale in cui il reddito netto (RN) che è stato prodotto viene rapportato al capitale netto (CN), o capitale proprio, ovvero alla condizione di produzione di diretta pertinenza.

IL FMI SACCHEGGIA L'ORO DELL'UCRAINA

33 tonnellate d'oro ucraino in volo verso l'occidente? 
Jesse riporta un articolo di Newswire che si rifà e commenta un altro articolo della russa Iskra News. Ovviamente il tutto va preso con le pinze. Sempre Jesse ci ricorda che le riserve ufficiali ucraine d'oro ammonterebbero a 33 tonnellate. Newswire 24 - Ukrainian gold reserves loaded on an unidentified transport aircraft in Kiev. Secondo iskra-news.info dell’altra notte, le riserve d’oro ucraine (40 scatole sigillate) sono state caricate su un aereo non meglio identificato all’aeroporto Borispol di Kiev. Il volo è partito immediatamente. 


Una fonte al governo ucraino ha confermato che il trasferimento delle riserve aurifere Ucraine avrebbe come destinazione gli Stati Uniti, secondo un ordine del Primo Ministro attuale Arseny Yatsenyuk.
Secondo la mia opinione (di Markus Books) se questo report è vero significa che o la nuova elite al potere ha rubato l’oro del paese oppure lo sta solo proteggendo contro la possibilità che finisca in mano ai russi. Comunque sia la storia sembra piena di ombre.

Narrazione ufficiale: il bullion d’oro è iin viaggio per gli USA (forse per rassicurare i tedeschi che il loro oro è in buone mani visto che poco dell’oro tedesco da rimpatriare ha effettivamente preso la via di casa)

Narrazione reale (di Markus Books): probabilmente è finito in Svizzera, dove sarà diviso fra Yulia Tymoshenko e i suoi.

Traduzione goooogle dal russo all’inglese di Iskra News:

Tonight from Borispol in the U.S. strartoval plane with gold reserves of Ukraine

As our site workers airport "Borispol", this night in 2:00, with the designated airport runway started unregistered transport plane ...

According to the staff "Boryspil", before it came to the airport four collector car and two cargo minibus Volkswagen, while , all arriving truck license plate missing. Car pulled out of about fifteen people in black uniforms, masks and body armor. Some of them were armed with machine guns. These people have downloaded the plane more than forty heavy boxes ... After that, some mysterious men arrived too entered the plane.

All loading was carried out in a huge hurry. After unloading the car without license plates immediately left the runway, and the plane took off on an emergency basis ... Those who saw all this mysterious "special operation" airport officials immediately notified the administration of "Boryspil", from which received a strong recommendation "not to meddle in other people's affairs ..."


Later, in received call back one of the senior officials of the former Ministry of income and fees, which reported that, according to him, tonight, on the orders of one of the "new leaders" of Ukraine in the United States has been taken all the gold reserves in Ukraine ... 

Fonte: Argento Fisico

sabato 1 marzo 2014

LA TEORIA DEI CICLI DI KONDRATIEV SPECCHIO DELLA CRISI ECONOMICA GLOBALE


DI ALEXANDER AIVAZOV E ANDREJ KOBYAKOVRpmMonitor
L’economia globale è davanti a una “onda lunga” di recessione
La teoria dell’onda lunga di Kondratiev viene ricordata solo nei casi di crollo
La crisi finanziaria che è scoppiata negli Stati Uniti e che dopo ha coinvolto tutto il mondo, richiede adeguate misure da parte della comunità globale. Ma quali azioni dovrebbero essere considerate adeguate in questo caso? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima identificare le vere ragioni sottostanti che hanno creato la crisi, e stimare la sua lunghezza e profondità. Gli economisti liberali dogmatici continuano a convincerci che in diversi mesi, o almeno in uno o due anni, tutto si “calmerà”, il mondo tornerà ad un progressivo sviluppo, mentre la Russia si sposterà verso un modello economico dell’innovazione. È veramente così?
Più di 80 anni fa l’importante economista russo Prof. Nikolai D. Kondratiev descrisse e dimostrò teoricamente l’esistenza di grandi cicli di sviluppo economico (45-60 anni), all’interno dei quali le “riserve dei maggiori valori materiali” globali vengono nuovamente riempite, cioè in cui le forze produttive mondiali messe assieme a ogni ciclo trascendono verso un livello più alto.
Secondo Kondratiev, ogni ciclo ha una fase ascendente e una declinante. La dinamica interna di cicli (denominati cicli K in base al suo nome) e il principio della loro fluttuazione si basano sul meccanismo di accumulazione, concentrazione, dispersione e svalutazione del capitale come fattori chiave dello sviluppo dell’economia (capitalista) di mercato.
Inoltre Kondratiev indicò che questa regolarità ciclica esisterà finché persiste la modalità capitalista di produzione. “Ogni nuova fase del ciclo è predeterminata dall’accumulazione di fattori della fase precedente, ogni nuovo ciclo segue il ciclo precedente in modo tanto naturale quanto una fase di ciascun ciclo segue l’altra fase. Però bisogna capire che ogni nuovo ciclo emerge in nuove particolari condizioni storiche, su un nuovo livello di sviluppo delle forze produttive, e perciò non è una semplice reiterazione del ciclo precedente”. [Non una semplice reiterazione, ma di fatto una reiterazione, in base allo schema oggettivo di Kondratiev. Vero solo in un particolare sistema economico-finanziario].
Nikolai Kondratiev riuscì a studiare solo due grandi cicli e mezzo, terminando la sua ricerca sulla fase crescente del terzo ciclo. Egli pubblicò il suo rapporto quando si era già nella fase discendente del terzo ciclo, nel 1926, e quando la grandezza e lunghezza della fase discendente non poteva ancora essere stabilita (così egli predisse la grande depressione):
I. Fase crescente: dalla fine degli anni 80 del 1700, inizio anni 90, sino al 1810-1817.
Fase declinante: dal 1810-1817 al 1844-1851.
II. Fase crescente: dal 1844-1851 al 1870-1875.
Fase declinante: dal 1870-1875 al 1890-1896.
III. Fase crescente: dal 1890-1896 al 1914-1920.
Purtroppo per la scienza economica internazionale Nikolai Kondratiev cadde in disgrazia: nel 1928 egli perse la sua posizione di direttore del suo istituto di ricerca; nel 1930 fu arrestato per “attività antisovietiche” infine condannato a morte. I marxisti ortodossi, comprendendo la storia come un processo lineare unidirezionale e prevedendo il crollo del capitalismo il ” giorno dopo”, percepirono la sua teoria del graduale miglioramento dell’ordine capitalista come un’eresia pericolosa. Altri critici videro nel regolare declino dell’economia che egli aveva descritto un sabotaggio dei piani economici quinquennali (sebbene Kondratiev avesse preso parte alla elaborazione del primo piano quinquennale). Come risultato l’eredità scientifica di Kondratiev fu occultata per quasi sessant’anni. Solo nel 1984 l’economista Stanislav Menshikov, uno scienziato di fama mondiale coinvolto nelle previsioni economiche per conto delle Nazioni Unite, amico e coautore di John Kenneth Galbraith, riabilitò il nome di Kondratiev in un articolo sulla rivista “Communist”.
Nel 1989 Menshikov e sua moglie pubblicarono col titolo “Long Waves in Economy: When the Society Changes its Skin” ["Le onde lunghe in economia: quando la società cambia la sua pelle"] la più profonda analisi della teoria di Kondratiev. Un altro prominente autore russo, Sergey Glazyev, contribuì alla teoria di Kondratiev, fornendo un’analisi strutturale dei sottostanti cambiamenti negli “schemi (modi) tecnologici”.
Il nome di Kondratiev era ben noto agli economisti occidentali. Però Stanislav Menshikov notò un fenomeno curioso: l’interesse alla teoria dei grandi cicli solitamente ringiovaniva durante le fasi declinanti, negli anni 20-30 e negli anni 70 e 80, mentre nelle fasi crescenti, quando l’economia globale si sviluppa progressivamente e le fluttuazioni, concordemente alla teoria di Kondratiev, non sono molto profonde, l’interesse scompare.
Una Depressione a lungo prevista
Le previsioni di Nikolai Kondratiev furono pienamente confermate nel periodo della grande depressione che coincise con il punto più basso della fase declinante del terzo periodo. Una periodizzazione ulteriore è argomento di polemica. I ricercatori si dividono principalmente in due gruppi, applicando differenti approcci alla determinazione di cicli.
Il primo gruppo che basa le sue analisi principalmente sugli indici dell’economia reale–quantità della produzione, dinamica dell’impiego, attività di investimento e varie proporzioni strutturali–ritengono che la fase declinante del terzo ciclo terminò all’inizio della seconda guerra mondiale. La fase crescente del quarto ciclo iniziò durante la guerra e continuò sino a metà degli anni 60. La crisi del dollaro Usa e il crollo sistema di Bretton Woods nel 1968-71 divenne il punto critico per la transizione alla fase declinante, che corrispose con la crisi petrolifera e la stagflazione degli anni 70. La “Reaganomics” negli Stati Uniti e la politica di Margaret Thatcher in Gran Bretagna segnarono la transizione al successivo quinto ciclo K, con la sua fase crescente che ha coperto la seconda metà degli anni 80 e gli anni 90.
Come al solito, alla fine della fase crescente, nella cosiddetta zona di saturazione, ci troviamo di fronte a fenomeni quali la diminuzione della percentuale di guadagno nel settore dell’economia reale e un imponente fuoriuscita di capitali verso la sfera della speculazione finanziaria che generò prima un surriscaldamento del mercato azionario (fine anni 90) e poi del mercato dei mutui (inizio anni 2000). I ricercatori di questo primo gruppo sono convinti che i cicli si comprimono con l’intensificazione del progresso scientifico-tecnologico: dagli anni 40 la lunghezza di un ciclo si è ridotta da 50-55 a 40-45 anni.
La continuazione della regolarità di Kondratiev risulta in questo modo:
Fase declinante del terzo ciclo: dal 1914-1920 (negli Stati Uniti dalla fine degli anni 20) al 1936-1940.
IV. Fase crescente: dal 1936-1940 al 1966-1971.
Fase declinante: dal 1966-1971 al 1980-1985.
V. Fase crescente: dal 1980-1985 al 2000-2007.
Fase declinante: dal 2000-2007 sino approssimativamente al 2015-2025 (previsione).
VI. Fase crescente: dal 2015-2025 al 2035-2045 (previsione).
Il secondo gruppo di ricercatori, che si basa piuttosto sugli indici finanziari, cioè sulla dinamica del mercato azionario e sulla dinamica del tasso di guadagno sulle obbligazioni, estende la fase declinante del terzo ciclo per l’intero periodo della seconda guerra mondiale e la ricostruzione postbellica sino al 1949. In modo simile al primo gruppo, essi collocano il punto estremo della fase crescente a inizio anni 70, ma interpretano il declino di quel periodo come una “recessione primaria” seguita da un plateau che dura sino all’inizio del ventunesimo secolo. Essi indicano che un simile plateau è corrisposto agli andamenti crescenti del mercato azionario nei cicli precedenti, rispettivamente nel 1816-1835, 1864-1874, e 1921-1929. Il secondo gruppo di ricercatori stima la durata media di un ciclo in cinquant’anni, ma l’ultimo ciclo nella loro descrizione viene stranamente protratto oltre i sessant’anni.
Perciò, in base a questo secondo gruppo di analisti, la regolarità di Kondratiev prosegue in questo modo:
Fase declinante del terzo ciclo: dal 1914-1920 al 1949.
IV. Fase crescente: dagli anni 50-70, con una “recessione primaria” sino al 1982, seguita da un plateau sino agli anni 2000.
Fase declinante a partire da inizio, metà degli anni 2000.
Perciò, nonostante le significative differenze metodologiche degli approcci, entrambi i gruppi di analisti identificano negli anni 2000 l’inizio di un declino, cioè di una fase di depressione.
L’attuale crisi è solo l’inizio
Di fronte al declino ci aspettiamo un nuovo scoppio di interesse verso la teoria di Kondratiev. Nel frattempo i monetaristi liberali le cui idee hanno dominato la scienza economica negli ultimi 25 anni vengono screditate, i loro sforzi di interpretare l’attuale crisi come una fluttuazione temporanea nell’economia globale, rivela solo la loro ignoranza economica. L’esperienza dei precedenti cicli K indica che le misure tradizionali contro la crisi sono efficienti solo nella fase crescente del ciclo, nel periodo di fiorente crescita quando le recessioni sono leggere e transitorie sullo sfondo di uno sviluppo progressivo dell’economia globale.
Gerhard Mensch, uno scienziato che ha studiato simili processi durante la fase declinante degli anni 70, ha sottolineato che sotto le condizioni di deterioramento della congiuntura economica i metodi monetaristi per risolvere il problema sono inefficienti, dato che politiche restrittive del credito inevitabilmente colpiscono i prezzi al consumo, mentre politiche liberali pro-attive favoriscono operazioni di speculazione. E’ piuttosto naturale che l’approccio fortemente restrittivo scelto dalla Banca centrale europea risulti in una crescita dell’inflazione, sebbene cinque anni fa gli effetti della stessa politica risultarono opposti. All’inizio della crisi l’inflazione in Europa non superava il 2%, ma ad oggi il potere d’acquisto è crollato, nonostante gli elevati livelli dei tassi di rifinanziamento introdotti dalla BCE. Nel frattempo la politica liberale, condotta sino a un periodo recente negli Stati Uniti, ha alimentato la speculazione sul mercato azionario e l’espansione di capitali fittizi (gonfiati), stimolando un incremento speculativo dei prezzi nei settori dei beni più commerciabili: mercato immobiliare, oro, petrolio e cibo. L’incremento dei prezzi non ha alcuna relazione con la quantità di produzione e con la saturazione della domanda.
Nonostante tutti gli sforzi intrapresi dal presidente della BCE Jean-Claude Trichet e dal presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, cambiamenti positivi non vengono raggiunti. L’economia globale deve passare attraverso un periodo di ” ricarica” sbarazzandosi del capitale sovraccumulato tramite una sua massiccia svalutazione nel processo di una inevitabile e lunga recessione. La svalutazione del capitale monetario probabilmente procederà attraverso una catena di crack finanziari, che daranno inizio al terzo default del dollaro Usa (come già avvenne negli anni 20-30 e negli anni 70). Perciò, l’economia globale verrà scossa molte volte, l’attuale crisi è solo un colpettino alla cravatta segno di eventi più grandi che arriveranno nei prossimi anni. L’economia globale probabilmente raggiungerà il suo punto più basso alla fine della fase declinante del quinto ciclo K, tra il 2012 e il 2015.
Il crollo del sistema finanziario Usa può avvenire uno o due anni in anticipo nel caso che il nuovo presidente Usa scelga un approccio dogmatico agli attuali problemi.
Titolo originale: “Nikolai Kondratiev’s “Long Wave”: The Mirror of the Global Economic Crisis”
Fonte: http://rpmonitor.ru/en/Link
27.11.2008
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO


Perché un contadino medievale aveva più tempo libero di te


Di Lynn Parramore

La vita per il contadino medievale non era certo una scampagnata. La sua vita era segnata dalla paura della carestia, della malattia e dai venti di guerra. La sua dieta e l’igiene personale lasciavano molto a desiderare. Ma nonostante la sua reputazione di miserabile, lo si potrebbe invidiare per una cosa: le sue vacanze.
L’aratura e la raccolta erano faticosi compiti, ma il contadino poteva godere ovunque da otto settimane a sei mesi all’anno di riposo. La Chiesa, consapevole di come mantenere una popolazione lontano dalla ribellione, ordinava frequenti feste obbligatorie. Matrimoni, veglie e nascite significavano una settimana di riposo a tracannare birra per festeggiare, e quando i vagabondi giocolieri o gli eventi sportivi arrivavano in città, per il contadino era previsto del tempo libero per l’intrattenimento. C’erano domeniche libere dal lavoro, e quando le stagioni di aratura e raccolta erano finite, il contadino aveva anche tempo di riposare. In effetti, l’economista Juliet Shor ha scoperto che durante i periodi di salari particolarmente alti, come l’Inghilterra del 14° secolo , i contadini potevano lavorare non più di 150 giorni l’anno.
E per il moderno lavoratore americano? Dopo un anno di lavoro ottiene una media di otto giorni di vacanza all’anno.
Non doveva finire così : John Maynard Keynes, uno dei fondatori della moderna economia, fece una famosa previsioneche entro il 2030 le società avanzate sarebbero state abbastanza ricche che il tempo libero, piuttosto che il lavoro, avrebbe caratterizzato gli stili di vita nazionali. Finora , tale previsione non è stata rispettata.
Che cosa è successo? Alcuni citano la vittoria della moderna giornata di otto ore, 40 ore nella settimana lavorativa che pose fine alle punitive 70 o 80 ore del lavoratore del 19° secolo passate a lavorare duramente come prova che ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Ma gli americani hanno da tempo detto addio alla settimana lavorativa di 40 ore, e l’analisi di Shor sui modelli di lavoro rivela che il 19° secolo fu un’aberrazione nella storia del lavoro umano. Quando i lavoratori combatterono per la giornata lavorativa di otto ore, non stavano cercando di ottenere qualcosa di radicale e nuovo, ma piuttosto per ripristinare ciò di cui i loro antenati avevano goduto prima che i capitalisti industriali e la lampadina elettrica entrassero in scena. Tornando indietro a 200, 300 o 400 anni fa, e si scopre che la maggior parte delle persone non lavoravano affatto molte ore. Oltre al relax durante le lunghe vacanze, il contadino medievale aveva il suo tempo per mangiare i pasti e di giorno spesso era incluso il tempo per un sonnellino pomeridiano. ” Il ritmo della vita era lento, anche piacevole, il ritmo di lavoro rilassato “, osserva Shor . “I nostri antenati non potevano essere ricchi, ma avevano l’abbondanza di tempo libero.”
Tornando al 21° secolo, gli Stati Uniti sono l’unico paese avanzato senza nessuna politica di vacanza nazionale. Molti lavoratori americani devono continuare a lavorare per giorni festivi e i giorni di vacanza sono spesso inutilizzati. Anche quando si riesce ad avere una vacanza, molti di noi rispondono a messaggi di posta elettronica e di ” check-in ” addirittura se siamo in campeggio con i bambini o cercando di rilassarci sulla spiaggia.
Alcuni incolpano il lavoratore americano di non prendere ciò che gli spetterebbe. Ma in un periodo di elevata e costante disoccupazione, precarietà e debolezza dei sindacati, i dipendenti possono non avere altra scelta che accettare le condizioni stabilite dalla cultura e dal datore di lavoro privato. In un mondo di occupazione a gogò, in cui il contratto di lavoro può essere risolto in qualsiasi momento, non è facile sollevare obiezioni.
È vero che il New Deal riportò alcune delle condizioni che i lavoratori agricoli e artigiani del Medioevo davano per scontato, ma dal 1980 le cose sono andate costantemente peggiorando. Con l’occupazione a lungo termine sempre più lontana, la gente salta da un lavoro all’altro, così l’anzianità non offre più i vantaggi di giorni aggiuntivi di riposo. Il trend di crescita dell’orario full e part-time di lavoro, alimentato dalla Grande Recessione, significa che per molti l’ idea di una vacanza garantita è solo un pallido ricordo.
Ironia della sorte, questo culto della fatica senza fine non aiuta nei risultati. Studi e ricerche dimostrano che il superlavoro riduce la produttività. D’altra parte le prestazioni aumentano dopo una vacanza quando gli operai tornano con rinnovata energia restaurata e concentrazione. Più lunga è la vacanza più le persone sono rilassate e felici al ritorno in ufficio.
Le crisi economiche forniscono ai politici dalla mentalità ristretta alla sola austerità le scuse per parlare di diminuzione del tempo libero aumentando l’età pensionabile, e di tagli per i programmi di assicurazione sociale e degli ammortizzatori sociali che avrebbero dovuto consentirci un destino migliore che lavorare fino allo sfinimento. In Europa, dove i lavoratori hanno in media da 25 a 30 giorni di ferie all’anno, politici come il presidente francese Francois Hollande e il primo ministro greco Antonis Samaras stanno inviando segnali che la cultura delle vacanze lunghe sta arrivando al termine. Ma la convinzione che le vacanze più brevi portano vantaggi economici non sembra piacere. Secondo l’ Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE ), i greci, che devono affrontare una crisi economica orribile, lavorano più ore rispetto a tutti gli altri europei. In Germania , una potenza economica, i lavoratori si classificano secondi per numero di ore lavorate più basse lavorate. Nonostante abbiano più tempo di riposo, i lavoratori tedeschi sono all’ottavo posto come i più produttivi in Europa, mentre i greci con lunghe ore di lavoro si piazzano al 24° posto su 25 per quel che riguarda la produttività.
Al di là dello sfinimento, vacanze di corta durata fanno soffrire i nostri rapporti con le famiglie e gli amici. La nostra salute si sta deteriorando: la depressione e alto rischio di morte sono tra gli esiti per la nostra nazione senza vacanze [NdA, gli USA]. Alcune persone lungimiranti hanno cercato di invertire questa tendenza, come l’economista progressista Robert Reich che ha argomentato a favore di un periodo obbligatorio di tre settimane di vacanza per tutti i lavoratori americani. Il deputato Alan Grayson ha proposto la legge Paid Vacation del 2009, ma, ahimè, il disegno di legge non ha nemmeno varcato la soglia del Congresso .
Parlando del Congresso, i suoi membri sembrano essere le uniche persone in America ad ottenere più tempo libero del contadino medievale. Hanno avuto 239 giorni di riposo quest’anno.

Traduzione di Daniele Pace
FOTO: Caitlin, un turista australiano, gode il sole su una spiaggia della Croisette durante una calda giornata estiva a Cannes 31 luglio 2013 . REUTERS / Eric Gaillard